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Se ne parla, ma forse non se ne sta discutendo abbastanza. La possibilità di creazione di canzoni da parte dell’Intelligenza Artificiale oramai ha raggiunto risultati quasi indistinguibili dai reali. Non a caso abbiamo familiarizzato, su Facebook, con il tasto “Etichetta IA” per qualificare il contenuto pubblicato come opera dell’AI (ci piace di più l’acronimo in inglese), perché l’esigenza è chiara: sapere se una data produzione artistica è opera totalmente umana oppure dell’AI. Inizia ad essere un bisogno concreto, perché le due cominciano ad assomigliarsi.
Il discorso si complica perché non c’è un 100%: ci sono diversi gradi di “delega tecnica”. Se ci pensiamo già da tempo la tecnologia aiuta i “cut-up” delle voci o strumenti (cioè un dato passaggio vocale o strumentale viene eseguito una sola volta e poi copiato nelle diverse parti del pezzo), c’è l’autotune, ci sono gli effetti, insomma non è vero il mito che fino a 20 o 30 anni fa le canzoni venissero suonate e basta. Sul finire degli anni ’80 sono emersi, per esempio, i campionamenti! La tecnologia ha sempre aiutato, eccome. Ecco che ora però si può delegare teoricamente la creazione musicale a un semplice testo in un prompt: “Mi crei una canzone fatta così e così, con questo stile e questo mood?”, e un programma come Suno.ai ti restituisce fino a 4 minuti di musica, così, de botto, come si direbbe in slang.
Ma nella realtà ci sono le sfumature. Prendiamo l’esperienza di Neural Groove Machine come esempio. Neural Groove Machine è un progetto musicale sperimentale di intelligenza artificiale creato da Jay Tindall, un americano residente a Bangkok, Thailandia. Utilizzando Suno, Tindall esplora una ricca varietà di suoni attraverso generi come trip hop, elettronica e rock, fondendo elementi vocali e strumentali, ma lo fa “per step”. Lo abbiamo intervistato in merito e lui ci ha risposto così:
“C’è una concezione comune che la musica AI sia “inserire un prompt e ottenere una canzone finita”, ma è molto più complesso di così. Prima creo i miei testi e i concetti per un album (molte persone nel campo dell’AI fanno canzoni, ma io faccio album ed EP). Successivamente c’è una fase per sviluppare i prompt per ottenere lo stile di musica che sto cercando. Questo può richiedere un po’ di tempo per essere perfezionato. Quando creo la canzone, la musica è AI, ma ci sono decisioni editoriali in ogni fase. Le canzoni sono costruite “pezzo per pezzo”, creando diverse versioni di ogni sezione fino a quando non ottengo il risultato desiderato. Una volta che ho una canzone che mi piace, la masterizzo attraverso apparecchiature analogiche per riscaldarla leggermente e darle un tocco leggermente più umano. Dico sempre che è molto facile fare cattiva musica con l’AI, ma le buone canzoni richiedono lavorazione. Più simile a un produttore/creatore. Questo è il processo di base per me”.
“Silent Truths,” il secondo singolo dell’album “Nocturnes for the Neurotic” di Neural Groove Machine, è stato pubblicato il 14 giugno. Anche il video è opera di AI.
C’è un limite secondo cui non si può parlare di creazione umana? Interesserà ai posteri sapere che livello di AI c’è in un tal brano? Sicuramente sarà giusto avere tutte le informazioni possibili, se un pezzo è “AI free” come un alimento “gluten free”, se avrà il “bollino AI” come quelli “Parental Advisory” che avvertono i genitori, perché la trasparenza e correttezza verso l’ascoltatore sono sempre i principi più importanti, ma quello che conta – forse – sarà pur sempre il risultato.
Se funziona oppure no.
(Paolo Bardelli)