KIASMOS, “II” (Erased Tapes, 2024)

La creatura di Olafur Arnalds e Janus Rasmussen ha partorito, dopo dieci anni, il secondo genito.

Intitolato semplicemente “II”, il duo islandese di addentra in un’esplorazione raffinata di quella eterea malinconia cara ad Arnalds nella sua ‘versione’ acustica.

Ad un ascolto tutto d’un fiato dell’album ci si ritrova a passare da momenti introspettivi, ad altri esaltanti e quindi ci si trova di fronte a tracce come “Bound”,”Flown” e “Sworn” che mostrano un lato più oscuro e intenso dei Kiasmos, con ritmi trascinanti e un senso di urgenza che è sia emozionante che inquietante.

Tuttavia il duo non perde mai di vista la propria sensibilità melodica, come dimostrato dalle linee di pianoforte e dagli archi delicati che avvolgono l’album.

La meno ‘prodotta’ è “Dazed” che incapsula perfettamente la capacità dei Kiasmos di creare musica che dia un’ emozione vera e che poi possa essere adatta ad una dancehall. L’atmosfera eterea del brano si trasforma gradualmente in un crescendo “epico”, lasciando l’ascoltatore sospeso tra l’incredulo e lo spaesato, facendolo tuffare in un mare inesplorato e tutto in tre minuti!

Tuttavia, sebbene “II” sia indubbiamente un album ben fatto e il risultato finale sia comunque notevole, soffre di un certo grado di ripetitività.

La formula di dolci crescendo e cadute esplosive diventa a volte prevedibile e alcune tracce si fondono assieme senza riuscire a distinguerle veramente. Inoltre, l’incorporazione di elementi più easy sembra fuori luogo e sminuisce la coesione complessiva dell’album, forse più tradendo l’idea iniziale del gruppo di essere qualcosa di lontanissimo da quello che Arnalds, più che Rasmussen propongono nei loro progetti solisti.

In conclusione l’album è adatto agli appassionati di musica elettronica con una propensione per la malinconia, per chi ricerca l’estrema ricerca del ‘martello’ e della ‘cassa dritta’ deve accontentarsi di ascoltare il lavoro, omonimo, precedente o l’album di Rasmussen, “Vin” del 2019.

75/100