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Lo scorso anno vi presentavamo su queste pagine 53100, un festival di musica elettronica e sperimentale in una location particolare: Monte San Michele, incastonato tra le colline del Chianti. Tra live, DJ Set, conversazioni e attività extra musicali il festival dei ragazzi di SOW -agenzia di organizzazione di eventi di base ad Amsterdam ma con anima toscana- è una realtà piccola (o meglio, intima) ma con respiro internazionale, come testimoniato dalle scelte curatoriali e dal numero di utenti stranieri che hanno partecipato alla prima edizione.
Quest’anno i giochi si apriranno venerdì 13 settembre, con una serata in collaborazione con Fango Radio. Ci saranno conversazioni e set con grandi esponenti della musica sperimentale italiana di ieri e di oggi: Franco Falsini, membro dei Sensation’s Fix e poi fondatore della label Interactive Test; Pardo di OOH Sound, label con base a Firenze che negli ultimi anni ha collaborato con artisti europei e americani; Pink Sound SYster, collettivo fiorentino che da anni porta avanti la voce del clubbing indipendente in Toscana; GBRLGNZ Archivio e Michele Landi che guideranno gli ascoltatori in un viaggio nel clubbing italiano dagli anni ’70 a oggi.
53100 Festival continuerà poi sabato e domenica con live e DJ Set. Tra molti DJ italiani e internazionali, c’è da segnalare i concerti del compositore elettroacustico senese Giulio Aldinucci, come il set per aulos -antico strumento greco- portato da Lukas De Clerck, dal disco uscito oggi venerdì 6 Settembre per la Ideologic Organ curata da Stephen O’Mally (Sunn O))) ), sub-label di Shelter Press.
Per maggiori info vi rimandiamo al sito ufficiale di 53100; per presentarvi al meglio questa seconda edizione del festival abbiamo parlato con Pietro Ferrari e Camille Verhelst di SOW.
Ci eravamo lasciati lo scorso anno con la scommessa di un festival dal respiro internazionale di musica elettronica dance e sperimentale tra le colline del Chianti. Direi che tornando quest’anno la scommessa sia stata vinta. Qualche momento particolare da ricordare?
Diciamo che la scommessa è sempre in ballo perché continua la volontà di limare e migliorare questa preziosa realtà che é 53100. Momenti da ricordare ce ne sono troppi, e sarebbe forse meglio fare questa domanda ai nostri ospiti che hanno potuto godersi il weekend con una mente più “libera”. Possiamo però dire che, dopo un inizio metereologicamente burrascoso, il Venerdì sera vedere tutti i nostri ospiti seduti a tavola a brindare è stato fantastico. Dalla serata conviviale di Venerdì con FANGO radio è stato poi tutto in discesa. Siamo rimasti sorpresi della partecipazione alle attività del weekend, tutte sold out. Fantastica l’atmosfera rilassata del palco del giorno e lo stupore che il palco di notte incute negli ospiti quando vi arrivano camminando nel bosco. L’atmosfera è intima, e si notava che il Sabato sera i gruppi iniziavano a mescolarsi, condividendo momenti a nostro avviso preziosi, dal ristorante al dance floor. Highlight musicali ce ne sono stati troppi, avevamo una line-up a nostro avviso di ottimo livello. Forse per noi, team di 53100, l’ultimo set della domenica con Purita D è stato il climax emotivo di cui avevamo bisogno alla fine di questi 3 giorni bellissimi.
In questa seconda edizione avete alzato e variato la proposta. Quali pensate che siano i nuovi appuntamenti che dovremmo aspettare di più?
Difficile scegliere! Hannah Pezzack prevalentemente scrive per riviste musicali, ma ha un gusto sopraffino – pensiamo sia l’apertura perfetta del Sabato. Lukas de Clerck è un artista che seguiamo da tempo e pensiamo possa incantare il Monte San Michele con i suoi flauti antichi. La crew di Cold Light di Bristol, cha ha suonato per noi ad un evento ad Amsterdam, a nostro avviso sono liricisti e beatmaker di altissimo livello. Hermeneia è una DJ polacca che ha una sensibilità particolare verso le basse frequenze, che sia reggae, dub, dancehall e declinazioni varie – un connubio perfetto con il soleggiato palco del giorno. WUTU, un toscano di razza, ha dischi che fanno viaggiare, che si insinuano lentamente sotto pelle per una Domenica pomeriggio col giusto passo. C’è poi un live speciale di GBRLGNZ Archivio, che ci imbarca in un viaggio speciale ispirato alle figure dei vocalist nella scena club italiana dai 90’ fino ad oggi. Garçon, Marylou, Jay Duncan, Paquita Gordon sono selectors con molta esperienza, e con funzioni chiave per un’amplificazione ottimale dell’atmosfera unica del palco di notte. C’è poi Giulio Aldinucci, portabandiera della scena sperimentale a Siena, amico da tempo e produttore di altissimo livello, specializzato nei field recordings. Camille Maria è il nostro acclamato resident, nonché co-fondatore di 53100. È la line-up più ambiziosa che abbiamo fatto fino a questo momento, e questo ci da tanta soddisfazione.
Il contesto intimo di 53100 forse aiuta anche a coniugare le varie anime del festival: tra le attività legate al territorio, le conversazioni con grandi della sperimentazione come Franco Falsini e gli addetti ai lavori della musica toscana, all’alternanza degli appuntamenti musicali tra DJ set e live elettroacustici. Ricorda un po’ la forma di vari festival europei, in cui sperimentazione e ballo, leggerezza e approfondimento riescono a convivere coerentemente. Secondo voi che avete esperienza di lavoro all’estero, come mai è così difficile trovare realtà del genere in italia?
Possiamo parlarti del caso Olandese: i festival per un pubblico più “maturo” tendono a nutrire le esigenze culturali dell’utenza su 360 gradi. Visto che comunque partecipare a un festival è generalmente un privilegio alquanto costoso, si tende a stimolare l’interesse del pubblico su più fronti – quali la musica, la natura, il cibo, la cultura locale – così da farne un’esperienza più conscia, immersiva e con valore educativo. C’è poi un aspetto puramente pratico: se si inserisce nel programma del festival occasioni più orientate all’educazione che al divertimento, le possibilità di ricevere sussidi dallo stato aumentano drasticamente. In Italia forse la macchina dei sussidi culturali non è così ben strutturata, quindi mancano incentivi per gli organizzatori. C’è da dire che vediamo sempre più eventi che coniugano musica, cultura locale ed esperienze sensoriali di vario genere, e lo fanno molto bene. In Italia siamo molto radicati, e fini conoscitori, delle terre e tradizioni, quindi non ci sorprende l’alta qualità dell’offerta culturale di alcune realtà in Italia. Teniamo duro!
Il Chianti è notoriamente una delle mete preferite dai turisti che affollano il Centro Italia, e recentemente proprio il tema dell’overtourism ha affollato la discussione pubblica. In che modo pensate che occasioni come quella da voi creata possano generare un turismo più consapevole -come spesso si vede in altre zone d’Europa più abituate a festival simili- e un rapporto tra turisti e locali?
Questa interazione tra turismo e realtà locale è molto delicata. Noi cerchiamo di lasciare un’impronta positiva sul territorio, interagendo quanto più possibile con realtà locali, fornitori, servizi per renderli partecipi di ciò che facciamo e condividerne i successi. Pensiamo poi che la comunicazione pre-evento è cruciale nella preparazione del pubblico: contestualizzare, offrire approfondimenti, permettere ai potenziali ospiti di capire dove e come ha luogo un evento del genere aiuta molto. Siamo poi fortunati perché riteniamo che il nostro pubblico sia ben consapevole del proprio impatto, ambientale e socio-economico, sul territorio che li ospita. La dura realtà è che é impossibile creare un’iniziativa come 53100, o come qualsiasi altro festival, senza toccare problematiche legate al sistema del turismo. Si può però fare le cose con consapevolezza e sensibilità verso certe tematiche, e questo aiuta molto a prendere decisioni che si ripercuotono poi anche sul contesto locale.