In occasione del passaggio dei Mudhoney in Italia per quattro date, abbiamo intervistato Mark Arm, leader dei Mudhoney, storica band di Seattle che ancora ha molto da dire e dimostrare nonostante i 35 anni di carriera, a Milano, nel loro secondo sold-out dopo quello di Roma.
Il concerto, alla Santeria, è stato torrido e solido, come sempre i quattro non si sono risparmiati e hanno dimostrato di essere ancora in grado di trasmettere energia e potenza sonora anche parlando di temi importanti come l’ambiente e la politica.
Ecco cosa ci ha detto Mark a proposito.
Riguardo al nuovo album “Plastic Eternity”: di solito riuscivate a registrare molto velocemente con poche sedute in studio ma questa volta ci avete messo più tempo del solito. Come mai?
MA: Sì, eravamo un po’ sotto pressione, dovevamo fare in fretta a scriverlo e registrarlo perché Guy (Maddison, il bassista, ndr) si stava trasferendo in Australia e poi durante la pandemia non ci siamo potuti incontrare finché tutti non avessero ricevuto la prima dose del vaccino.
Ma solo dopo la seconda dose abbiamo messo insieme le prime idee e abbiamo iniziato a lavorarci e molte cose sono state finite in studio. Effettivamente abbiamo avuto più tempo in studio delle altre volte.
Di solito ci andiamo solo per un weekend, ma questa volta ci siamo andati per circa due settimane.
Quando Guy ha detto che si trasferiva in Australia, cosa hai pensato? Come ti sei sentito?
MA: Triste, ovviamente, perché Guy è uno dei miei amici più cari e significava che non lo avrei visto così regolarmente.
Ero preoccupato anche per il gruppo perché andare avanti non sarebbe stato semplice, ma come vedi ce la stiamo facendo!
Il problema più grosso è che per scrivere le canzoni siamo in quattro in una stanza il che sarebbe stato più difficile con lui così lontano. Devo dire che ho anche pensato: c’è questo ponte da attraversare e lo attraverseremo! Infatti siamo ancora qui.
Riguardo ai testi di “Plastic Eternity” si nota quanto siano presenti tematiche ambientali e politiche, cosa ti ha portato a scrivere in questa direzione?
MA: Lo stato del mondo! Beh, voglio dire, sai, sono preoccupato per quello che sta succedendo riguardo l’ambiente e mi sembra assurdo non parlarne!
Un brano singolare è “Flush The Fashsts”, da dove è partita l’idea di comporla?
MA: Con questo ritmo (batte con le mani sulle gambe il ritmo della canzone, ndr), l’abbiamo costruita da lì.
Invece il testo?
MA: Quello è arrivato mentre la canzone nasceva e la stavamo mettendo insieme.
Ne avevamo fatto una registrazione strumentale rudimentale prima di andare in studio poi ho trovato un testo che sembrava funzionare.
Una volta in sala di registrazione abbiamo impostato il ritmo su un sintetizzatore ed è venuto fuori il loop, poi Dan (Peters, il batterista, ndr) ci ha suonato la batteria, ho aggiunto i miei testi e la mia parte di chitarra.
Guy ha fatto la sua parte con il basso perché poi il sintetizzatore in realtà è solo una specie di base e infine Steve ha aggiunto la sua chitarra.
In ultimo abbiamo aggiunte altre chitarre e lo abbiamo completato.
Per noi è stato un modo molto insolito per noi di mettere insieme una canzone.
Invece che storia c’è dietro a “Little Dogs”?
MA: Dan aveva scritto la musica e come al solito ci abbiamo registrato sopra solo gli strumenti infatti per un po’ ho pensato che sarebbe stata una base strumentale e l’avevamo arrangiata pensandola così.
Un giorno stavo ascoltando le cose che avevamo registrato in macchina mentre andavo al lavoro (Mark è capo magazziniere della Sup Pop, ndr) e come succede spesso durante i miei viaggi verso casa, stavo pensando a questo piccoletto (mi mostra il telefono dove ha la foto di un cagnolino, ndr), e come mi avrebbe salutato quando fossi tornato a casa e ho iniziato a elaborare un’idea per una canzone intorno a lui e la sua storia.
In passato non ho mai avuto un cane così piccolo, prima avevamo un paio di beagle e prima ancora un cane pastore, ma mia moglie, che fa volontariato per il rifugio per animali di Seattle, aveva 43 cagnolini che erano stati portati via da un appartamento che avevano bisogno di volontari che li prendessero in affidamento.
Emily, mia moglie, lo ha portato a casa, un cucciolo di pomerania. Era malato, come se avesse avuto la polmonite e lo abbiamo dovuto portarlo dal veterinario per farlo curare.
Al rifugio era in una gabbia per gatti, ci è stato per un mese in quarantena perché pensavano ci fosse una malattia contagiosa.
Una volta risolto questo problema Emily l’ha preso insieme ad una altro cucciolo che però è morto per problemi polmonari.
È da qui che è nata la canzone.
Il vostro produttore Johnny Sanger in cosa vi aiuta e quanto è importante per le registrazioni?
MA: Con lui abbiamo lavorato negli ultimi dischi e ha avuto un ruolo importante su questo disco da quando abbiamo iniziato a scriverlo alle sedute in studio.
Lui è anche un cantautore molto talentuoso e conosce molti più accordi di chiunque di noi (ride, ndr), e come lui anche suo fratello, sono semplicemente musicisti davvero grandiosi e in un paio di canzoni ci ha aiutato a trovare un bridge o trovare la direzione giusta della canzone.
Era del tipo: “Sai, questo ha bisogno di qualcos’altro, che ne dici di questo, suonatela più velocemente!”, oppure anche solo “Sembra fantastico!”.
È un ruolo al di fuori della dinamica di noi quattro che aiuta a risolvere molte situazioni.
Qual è stato il momento peggiore per la band in questi 35 anni?
MA: Probabilmente è stato negli ultimi due anni prima che Matt (Lukin, il bassista uscito nel 2001 dal gruppo, ndr) se ne andasse perché era chiaramente infelice di essere nella band e le cose continuavano a diventare sempre più difficili.
Non credo che volesse davvero smettere e deludere il resto di noi ma sai noi eravamo ragazzi, non parlavamo tra di noi di cose profonde e non è stato facile né per lui né per noi. In quel momento fu: “Cosa facciamo adesso”? Conoscevo Guy con cui avevo suonato in un’altra band e mi era piaciuto.
Lui però stava facendo la scuola da infermiere e noi dovevamo andare in Brasile e non poteva unirsi a noi quindi abbiamo contattato un altro amico (Steve Dukich, ndr) ma non voleva unirsi alla band ed è stato poco con noi e alla fine si è trasferito alle Hawaii per poter fare surf.
Durante questi 35 anni hai perso diversi “colleghi” quale perdita ti ha colpito più di altre?
MA: Quello che mi ha colpito di più è stato quando il mio amico Andy Kotowicz, con cui lavoravo alla Sub Pop che era il nostro responsabile A&R.
Quando morì inaspettatamente in un incidente d’auto, era fermo al semaforo rosso e la macchina gli arrivò alle spalle e lo uccise, ci rimasi molto male.
E perché sai, per me è molto diverso da qualcuno che prende una pistola e si spara quella è la scelta di una persona, ma in una maniera così imprevista, tra l’altro c’era sua figlia in macchina, aveva meno di due anni e per fortuna è sopravvissuta, lo trovo e l’ho trovato sconvolgente.
La sua vita era tutta davanti a lui, era una delle persone più divertenti che abbia mai conosciuto. Quella mi ha colpito davvero, davvero duramente.
Anche la morte di nostro amico O a San Diego, una persona amica della band che abbiamo conosciuto fin dalla prima volta che siamo andati a San Diego e anche Rick Froberg degli Hot Snakes che ha avuto un infarto nel suo bagno, all’improvviso.
Con gli Hot Snakes eravamo stati in tournée e penso che Rick avesse una delle voci rock’n’roll più naturali.
Come è successo anche a Steve Albini…
MA: Sì, anche Steve Albini, anche se non lo conoscevo così bene, mi ha colpito.
Ti piace, come suonare in Europa?
MA: Oh, sì, sì, non lo faremmo, altrimenti. (ridiamo, ndr)
Ti chiedo questo perché negli ultimi anni i costi dei tour sono aumentati enormemente e alcuni festival, così come alcuni promoter non sono più riusciti a sostenere economicamente l’attività e venire a suonare in Europa dagli USA ha dei costi non sempre facili da sostenere.
MA: Per quanto ci riguarda ormai abbiamo una certa età in cui abbiamo bisogno di dormire, quindi è meglio per noi prendere un tour bus, riposare e guidare durante la notte, invece di suonare e andare in hotel per neanche quattro o sei ore e poi sederci nel furgone, metterci altre sei ore per arrivare allo show successivo.
So che il prezzo degli autobus è aumentato e vedremo alla fine cosa ci resterà, ma credo costi ancora meno che usare gli hotel e credo che alla fine funzionerà.
Beh intanto due delle vostre quattro date qui in Italia sono sold out…
MA: Sì, Roma e stasera a Milano. Sono contento, non sono mai stato a Pordenone.
E’ un posto. È famoso per il vino.
MA: Me l’hanno detto, per il vino bianco!
Sì il Prosecco!
MA: lo proverò!
A proposito della Sub Pop, che band dell’etichetta secondo te meritano attenzione?
MA: Ci sono un paio di nuove uscite, uno è J.R.C.G, un disco molto cool, poi ci sono gli SLIFT da Tolosa, in Francia penso che siano una band figa.
Poi già noti sono i Pissed Jeans e i Metz che hanno appena fatto uscire i nuovi dischi.
Poi uscirà anche il disco degli Hot Snakes che non era ancora finito prima che Rick morisse, a cui stanno lavorando, quindi spero che lo sentiremo a breve.
Gli Stati Uniti sono pronti per una donna presidente?
MA: Sì, lo sono. Voglio dire, penso che gli Stati Uniti fossero anche pronti per una donna presidente già quando Hillary Clinton si è candidata.
Il problema era che Hillary Clinton era già sotto gli occhi del pubblico, nel bene e nel male, dagli anni ’90 ed era stata attaccata tanto dai repubblicani, molte persone avevano opinioni dure contro di lei e questo ha permesso a un maniaco di ******* di vincere.
Ora sono molto incoraggiato dal dibattito di Kamala Harris. Penso siano cambiate le cose ma sfortunatamente e stranamente sarà ancora una gara serrata.
Dipende molto dalla legge elettorale che avete in USA…
MA: Sì, il sistema dei collegi elettorali è terribile, è stupido e ci dovrebbe essere un voto popolare. Con un voto popolare vincerebbe a mani basse.
Se vivi nello stato di Washington, sai che è uno stato che diventerà democratico, e se vivi in Kansas, sai che è uno stato che diventerà repubblicano e se non c’è battaglia allora uno si domanda “Perché devo votare?”
Per i senatori è ancora più stupido, ogni stato ne ha due, indipendentemente dagli abitanti, quindi uno stato come la California, che ha una popolazione enorme ha la stessa rappresentanza di uno stato come il Wyoming, che ha meno di 1.000.000 di persone Non ha alcun senso.
Penso che tutto questo sia nato dai padri fondatori che volessero più posti per i territori più rurali e quella è stata la soluzione che avevano trovato, ma è difettosa, ovviamente non potevano prevederlo. Come non potevano prevedere il gun control e le sparatorie nelle scuole.
Voglio dire, è uno dei motivi per cui Guy si è trasferito in Australia perché sua figlia aveva circa 10 anni e faceva esercitazioni nelle scuole nel caso di sparatoria.
È terribile.
MA: Sì, è assurdo che simulassero una situazione del tipo bloccare le uscite e fingere che una persona stesse passando con la pistola e ti dovevi nascondere sotto al banco o stupidate di quel tipo.
Che cazzo succede ad un bambino? Psicologicamente intendo, rimane costantemente immerso nella paura che a scuola possa succedere qualcosa di terribile.
Assurdo. Tornando alla musica: l’ultima volta che vi ho visto live era al Primavera Sound di Barcellona otto anni fa. Hai dieci anni più di me e facevi delle evoluzioni, soprattutto piegando la schiena, sul palco che io mi sognavo di fare (ride, ndr), le vedremo anche stasera?
MA: No, no, non faccio più così tanto quel “bending”, devo tornare a fare yoga! (ride, ndr)