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La grandezza dei Swell Maps rivive a Improved Sequence II

Matteo Maioli

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“In December 2021, I organised a performance with ten musicians to perform Swell Maps music for two concerts on consecutive nights at Cafe Oto, a fine venue in Hackney internationally renowned for its live presentations of alternative music. As well as performing a selection of the better-known Maps material, it gave me an opportunity to present material that had never been performed live before, such as “Bronze & Baby Shoes”, “Ghost Train”, “Jelly Babies”, “Wireless”, “Don’t Throw Ashtrays”, and “Collision With a Frogman”. Parola di Jowe Head, che con i fratelli Godfrey – più noti come Nikki Sudden e Epic Soundtracks, sigh – è stato l’anima della geniale band di Birmingham.

Tra gli artisti coinvolti nel progetto figurano leggende come Luke Haines (The Auteurs), Jeffrey Broom (Television Personalities) e Gina Birch (The Raincoats). Da lì nacque un live album, “Polar Regions” realizzato dalla Glass Modern, a cui seguirono altri concerti a supporto del libro di Head, 1972-1980, che narra la storia del gruppo. Ribattezzatisi Swell Maps C21, guideranno da headliner la nuova edizione dell’Improved Sequence Festival, organizzato dall’etichetta bolognese in partnership con Freakout e Jonathan Clancy.

La rassegna avrà luogo dal 25 al 27 ottobre, con una preview il 16: dunque quattro giorni per due location (Freakout Club e TPO) con oltre venti artisti per spaziare dal noise-rock al post-punk, dall’industrial alla psichedelia. Oltre ai SM C21 c’è grande attesa per gli Uniform, duo composto da Michael Berdan e Ben Greenberg fresco di pubblicazione di “American Standard” per Sacred Bones, poi gli eclettici Gnod, il collettivo punk russo Pussy Riot, i paladini dello space-rock Telescopes, i canadesi e rumorosissimi New Age Doom, oltre a Pharmakon e alle sferzate hardcore dei Bad Breeding. Infine un pò di Italia da esportazione con Qlowski e C+C=Maxigross.

Questa il programma completo del Festival:

Mercoledì 16 Ottobre | Preview al TPO: The Body & Dis Fig; Uniform; Bad Breeding
Venerdì 25 Ottobre | Day 1 al Freakout Club: Gnod; Concentration
Sabato 26 Ottobre | Day 2 al TPO: Swell Maps C21; Pharmakon; Telescopes; Qlowski; Container; Lana Del Rabies; C+C=Maxigross; Kollaps
Domenica 27 Ottobre | Day 3 al TPO: ZEKE; Pussy Riot; Baratro; Cherubs; Rid Of Me; New Age Doom; Ak’chamel; Lleroy

Abbonamento e biglietti per le singole giornate già in prevendita su Dice.

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010