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Sembrano provenire da un altro pianeta. Ma in realtà gli Oracle Sisters, band composta da Lewis Lazar, Christopher Willatt e Julia Johansen, hanno scelto Parigi come base per un progetto che sventola alta la bandiera del pop grazie ad atmosfere sognanti e melodie struggenti.
Li abbiamo incontrati in occasione del concerto durante la prima serata dell’Ypsigrock Festival e ci siamo fatti dire da loro qualcosa in più sul passato e sull’imminente futuro.
Cominciamo dalla prima domanda che tutti di solito fanno a una band: come vi siete conoscuti?
Lewis: Te lo raccontiamo subito, ce lo ricordiamo bene.
Christopher: Lewis e io siamo vecchi amici, sin dalla scuola, da quando eravamo “bambini”, si dice così in italiano? Abbiamo scritto da subito diverse canzoni insieme. Poi ci siamo dovuti separare. Io sono andato in Scozia e lui negli Stati Uniti.
Come mai? Motivi di studio o di lavoro?
Christopher: Per approfondire il modo in cui fare musica e portare avanti le nostre esperienze di vita, fino a quando tra il 2016 e il 2017, parlando al telefono, abbiamo deciso di tornare a scrivere canzoni insieme e così ci siamo stabiliti di nuovo a Parigi. Quando siamo arrivati in Francia, circa sei mesi più tardi, abbiamo incontrato Julia che stava perfezionando lo studio della batteria e ci ha detto che aveva già alcuni anni di esperienza alle spalle con questo strumento e che le piaceva cimentarsi nel canto, in particolare nelle armonizzazioni vocali. E noi eravamo molto interessati all’aspetto armonico e alla possibilità di cantare insieme, così abbiamo provato dei brani, spaziando dal folk tradizionale irlandese ai Beatles e ai Velvet Underground. Julie è bravissima a cantare.
Questo è un’aspetto che immediatamente traspare quando si ascolta la vostra musica. È un punto forte dei vostri brani: l’attenzione rivolta alle armonie vocali.
Christopher: È una grande cosa essere in grado di utilizzare la voce per espandere la musicalità. Dopo che abbiamo formato la band ho pensato che avremmo composto dei brani a Parigi. Ci siamo messi ogni giorno a scrivere delle canzoni, portando a poco a poco avanti il nostro progetto.
Avete citato i Beatles e i Velvet Underground. Quali altri artisti o generi influenzano maggiormente il vostro suono?
Julia: Direi senza dubbio la musica brasiliana, specialmente la Bossa Nova.
Christopher: Citerei anche i Beach Boys, Pet Sounds è un album fantastico.
Lewis: Io adoro Bob Dylan e Tom Waits.
Christopher: Sono anch’io un fan di Tom Waits. Non ci sono molti riferimenti alla sua musica che si possono rintracciare nei nostri brani, ma penso che il groove nelle sue canzoni sia semplicemente strepitoso. Non c’è soltanto lo storytelling, ma è proprio l’elemento ritmico ad essere straordinario.
Lewis: Io sono molto ispirato anche da M.I.A. Mathangi Arulpragasam, hai presente? Somiglia quasi a un’artista hip-hop di 10 anni fa. Mi piace il fatto che abbia una grande visione creativa, anche sul piano visivo. Sono in effetti davvero molti i nomi che potremmo tirare fuori.
Christopher: Harry Nilsson, ad esempio. Io penso che fosse un cantante eccezionale. Amo i suoi arrangiamenti musicali e vocali. E mi vengono poi in mente anche nomi italiani.
Conoscete qualche artista italiano?
Lewis e Christopher: Aprezziamo molto Lucio Battisti, ma anche Paolo Conte. La musica italiana ci piace, spesso la ascoltiamo.
Lewis: C’è un artista di Bologna che io amo davvero tanto e che ho approfondito l’ultima volta che siamo stati in quella città a suonare.
Probabilmente state parlando di Lucio Dalla.
Lewis: Sì, proprio lui! Bologna è una città magnifica e oltretutto lì abbiamo mangiato benissimo in un ristorante. Se vuoi ti dico il nome.
Christopher: Conosci per caso la canzone “Casa sulitaria”? È di un cantante napoletano. Adesso non ricordo come si chiama. (Roberto Murolo, n.d.r.)
Cosa ci potete dire riguardo al nuovo album? A che punto è?
Julia: Stiamo per farlo uscire.
Lewis: Sì, lo abbiamo praticamente finito. Il primo singolo verrà pubblicato tra circa due mesi. Abbiamo da poco realizzato il videoclip, ma non possiamo dirvi di più.
Christopher: Il disco dovrebbe appunto uscire tra non molto, forse all’inizio dell’anno prossimo.
Il vostro lavoro precedente, “Hydranism”, è del 2023. Potete raccontarci com’è nato?
Christopher: L’abbiamo registrato durante il lockdown. Nel periodo della seconda ondata del Covid ci trovavamo in Grecia. Io insegnavo su un’isola e ho conosciuto una persona che stava aprendo lì uno studio e noi siamo stati probabilmente una delle prime band a registrare. Il posto si chiama Old Carpet Factory e ci siamo ritrovati tutti insieme così, su questa isola, per portare a termine l’album, scrivendo e producendo le canzoni.
In un certo senso la pandemia ha avuto un effetto importante da questo punto di vista perchè ha permesso di concentrarsi in piccoli spazi e ci si è trovati nella condizione migliore per realizzare ciò che si aveva in mente. Cambiando argomento, cosa ci dite dell’ambiente musicale francese? Che aria tira?
Julia: C’è un buon senso di comunità all’interno della scena.
Christopher: La Francia ha una grande storia musicale, non solo quella tradizionale ma anche sul piano più internazionale, ad esempio il French Touch di 10-15 anni fa, i Daft Punk, i Phoenix, tutta questa scena e poi, più recentemente, i nostri amici La Femme e i Puppies. Penso che molti artisti siano passati da Parigi o che si trovino lì in questo momento. Non è un ambiente molto grande, ma ha un suo gusto specifico e mirato.
Lewis: Credo che nella cultura francese ci sia un vero e proprio amore per le canzoni, come la chanson. È quella che chiamano la tradizione. La struttura di una canzone, il testo, il sentimento, ma anche l’approccio stilistico alla creazione, molto focalizzato sull’estetica e sul modo di rendere all’esterno l’intento creativo.
Julia: È indubbiamente un ottimo luogo in cui un musicista può avere base.
Questa è la vostra prima volta in Sicilia?
Lewis e Christopher: No, ma è la prima volta che veniamo qui per suonare. Siamo però già stati in Sicilia e abbiamo conosciuto alcuni amici a Siracusa. Quest’estate suoniamo tre volte in Italia. È il terzo concerto che facciamo: siamo andati a Bologna, a Milano e ora quì.
Cosa ne pensate dell’Ypsigrock Festival? Com’è fare parte della line up di quest’anno?
Christopher: Sono stato qui per tre giorni ad aspettare gli altri componenti della band e ho trovato i siciliani delle persone molto gentili e generose. Mi hanno fatto dei regali e sono sempre stati tutti molto disponibili. È un luogo bellissimo.
E il cibo? Avte assaggiato qualcosa di tipico?
Christopher, Lewis e Julia: il panettone!
Il panettone di Castelbuono è un istituzione. In italia è uno più famosi. Sapevate che è stato spedito agli astronauti della stazione spaziale orbitante?
Christopher: Oh wow. Non lo sapevo. Incredibile. Amiamo il panettone.
Julia e Lewis: Amiamo l’Italia.
(Eulalia Cambria)