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Come una tempesta. La musica di Caxtrinho, musicista afrobrasiliano conosciuto anche come Paulo Vitor Castro, è intensa, perturbante: un’onda di suoni travolgente, inaspettata che colpisce per slancio creativo e capacità di raccontare le periferie dell’anima e della società.
Non è un caso quindi che l’artista, originario di Belford Roxo – comune facente parte della regione suburbana, povera di Baixada Fluminense nello stato federato di Rio de Janeiro – scelga come immagine per la copertina del proprio disco d’esordio “Queda Livre” (QTV Selo) un’opera senza titolo (del 2018) di Arjan Martins, pittore, scultore e artista visivo carioca (di Mesquita, per la precisione) che da sempre mette al centro del proprio lavoro il punto di vista degli oppressi – immigrati e discendenti africani in Brasile.
Il quadro sembra la raffigurazione perfetta dell’io artistico di Caxtrinho: un flusso di coscienza inarrestabile come la risacca del mare che, nonostante gli ostacoli di un mondo diviso in due (una corda, un remo), non si ferma mai.
L’album, prodotto da Eduardo Manso (tra le menti dietro “Trança” di Ava Rocha) e Vovô Bebê, affonda nelle radici culturali, musicali di Caxtrinho – samba, l’eredità Candomblé – e risorge in un vortice psichedelico urbano, magmatico:
« […] sono cresciuto in una famiglia nera, con persone molto legate al samba e alla musica nera, credo che il samba sia il mio riferimento musicale primario […]. È nell’universo del samba che ho la materia prima per cesellare approcci ancora più sperimentali».
(racconta Caxtrinho nel booklet PDF che accompagna l’uscita del disco)
Sono tanti i musicisti che partecipano alle registrazioni di “Queda Livre”, tra cui anche Ana Frango Elétrico, ma l’affinità musicale più forte, che emerge, è – probabilmente – con Negro Leo (già nei Baby Hitler con Eduardo Manso, tra l’altro): stessa voglia di sparigliare le carte.
I testi sono delle istantanee di vita quotidiana. “Cria de Bel” – per esempio – racconta com’è vivere gli sguardi addosso dei bianchi. BEL è l’abbreviazione di Belford Roxo, comune dove Caxtrinho è cresciuto. Ci sono poi pezzi che viaggiano per immagini/affreschi dell’elitè bianca dal taglio ironico, la dama dell’aristocrazia bianca con le trecce di “Branca de trança” o la regalità del mondo meritevole di tutta l’aria del mondo («A nova realeza do mundo será/Dos justos merecedores de todo ar») di “Merecedores”.
«Cria de Bel
Cabeça erguida
Pisou o céu
Em São Bernardo
Em Santa Amélia
Vestiu-se de cores de céu marrom
Subiu na condução e vai trabalhar
Chega lá no centro com a pele marrom
Cria da baixada
A brancaiada logo encara»
(da “Cria de Bel”)
«Dama da aristocracia
Branca de trança
Quem te deu todo esse axé?
Não te vi sambar no pé»
(da “Branca de trança”)
«A nova realeza do mundo será
Dos justos merecedores de todo ar
As novas realezas do mundo serão
Dos meritocráticos
Dos anarcofóbicos»
(da “Merecedores”)
(Monica Mazzoli)