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Per la loro prima volta a Firenze i Goodbye, Kings scelgono il palco del Exfila con una data del progetto “Musica da Abitare: periferie nuovi centri” di Music Pool, Arci Firenze e La Chute. Nello spazio concerti posto al primo piano del rudere, sede polifunzionale del Exfila, il pubblico si trova immerso in un’atmosfera surreale, dal palco le luci rosse e soffuse attirano lo sguardo verso ensemble, le tende di velluto blu, isolano da distrazioni e danno il via ad un vero viaggio sonoro, dove i Goodbye, Kings danno dimostrazione grande versatilità e di una creatività davvero eccellente. Un’esperienza immersiva e travolgente è quella che vive l’ascoltatore, una combinazione di generi e influenze musicali uniche, che si avvale anche di tecniche nel suonare gli strumenti non abituali, come l’uso dell’arco per far vibrare le corde della chitarra o della leggerezza nel soffiare il sax che ne estranea quasi completamente il suono. La performance segue e si accompagna con visual in bianco e nero proiettate alle loro spalle. si susseguono stralci di pellicole, lampade rotanti ed effetti di luce primordiali, sovrapposte con scorci di vita quotidiana che compaiono per alcuni istanti prima di fondersi nuovamente con altre sovrapposizioni, il tutto legato dalle sonorità prodotte sul palco, in un mix genuino fra la sperimentazione sonora e la fusione di generi.
Per la loro prima volta a Firenze i Goodbye, Kings scelgono il palco del Exfila con una data del progetto “Musica da Abitare: periferie nuovi centri” di Music Pool, Arci Firenze e La Chute domenica 20 ottobre. Nello spazio concerti posto al primo piano del rudere, sede polifunzionale del Exfila, il pubblico si trova immerso in un’atmosfera surreale, dal palco le luci rosse e soffuse attirano lo sguardo verso ensemble, le tende di velluto blu, isolano da distrazioni e danno il via ad un vero viaggio sonoro, dove i Goodbye, Kings danno dimostrazione grande versatilità e di una creatività davvero eccellente. Un’esperienza immersiva e travolgente è quella che vive l’ascoltatore, una combinazione di generi e influenze musicali uniche, che si avvale anche di tecniche nel suonare gli strumenti non abituali, come l’uso dell’arco per far vibrare le corde della chitarra o della leggerezza nel soffiare il sax che ne estranea quasi completamente il suono.
La performance segue e si accompagna con visual in bianco e nero proiettate alle loro spalle. si susseguono stralci di pellicole, lampade rotanti ed effetti di luce primordiali, sovrapposte con scorci di vita quotidiana che compaiono per alcuni istanti prima di fondersi nuovamente con altre sovrapposizioni, il tutto legato dalle sonorità prodotte sul palco, in un mix genuino fra la sperimentazione sonora e la fusione di generi.