Share This Article
Egyptian Blue + TA GA DA, Covo Club, Bologna, 5 Ottobre 2024
Il titolo per questo report mi è balenato mentre nelle prime ore di una fredda domenica mi dirigevo verso l’autostrada, uscito dal Covo di Bologna. Quante volte abbiamo ascoltato delle promesse, a volte next big things, giovani vogliosi di calcare le orme di artisti storici passati da lì come Franz Ferdinand, Los Campesinos! e The Libertines?
Quindi partendo da Freak Antoni e soci si arriva a un concetto, non scontato, di offrire musica nuova e che segni il presente. La sfrontatezza dei gruppi che affrontano il palco è la stessa di chi organizza le loro date e lo gestisce: i ragazzi del Covo. Solo lodi per la serata che stiamo per raccontarvi e quelle del futuro prossimo, dal tutto esaurito di John Maus (gemello di Ariel Pink e tra i maestri dell’hypnagogic pop) ai sempre imperdibili Crocodiles passando per il rock’n’roll di stampo Hellacopters dei Bad Nerves.
Opener i veneti TA GA DA, che portano i brani del nuovo EP “This Is How We Dance” uscito lo scorso Gennaio per Dischi Sotterranei, etichetta tra gli altri di Post Nebbia e New Candys. Tra un sound alla Fugazi forgiato di math-rock (“Mother”) a derive più ballabili in orbita Liars (“Franz”) il gruppo spinge vigoroso, offrendo melodie accattivanti dove i tre si alternano alla voce (in “Receding Hairlines”). Allo slogan di “This Is How We Dance/By Ourselves” i TA GA DA rompono il ghiacchio muovendo e coinvolgendo il pubblico, trascinato alla fine della perfomance in un singalong da brividi.
Poco dopo è il momento degli Egyptian Blue, il quartetto formato da Andy Buss, Leith Ambrose, Luke Phelps e Isaac Ide, da Brighton via Colchester. “Belgrade Shade” mette in chiaro le loro intenzioni: partono da un’idea di canzone affine a quella dei Foals dei primi tre dischi, irrobustendola con il tiro dei vari Murder Capital e Italia 90. Le geometrie chitarristiche segnano però un distacco evidente da questi ultimi, sfociando in momenti anthemici e quasi pop che ricordano da vicino gli Editors come in “A Living Commodity”.
Non disdegnano episodi più rumorosi (il singolo “Salt” datato 2021) come brani arty alla Radiohead sporcati di indie-rock – nella splendida “Geisha”. Una perizia strumentale accompagnata dall’esuberanza del gruppo on stage, che con “To Be Felt” regala una delle perle del genere post-punk com è inteso oggi. Gli Egyptian Blue sigillano un concerto in escalation con le apprezzatissime “Collateral” e “Nylon Wire”, ricordando che erano entrate nella playlist della BBC6 Music e del grande Steve Lamacq. Davvero niente male per un quartetto di cui credo sentiremo parlare molto anche in futuro.
La setlist degli Egyptian Blue al Covo:
Belgrade Shade
Salt
Skin
Who’s Pulling the Strings?
Kimono
A Living Commodity
Geisha
Pop Bar
Four is the Last Four
Matador
To Be Felt
Collateral
Nylon Wire
Foto degli Egyptian Blue cortesia del Press Office del Covo Club
(Matteo Maioli)