“Un ritorno a casa” così potremmo riassumere “All Born Screaming” il nuovo album di St. Vincent.
Annie Clark (aka St. Vincent) nelle ultime due pubblicazioni, soprattutto “Daddy’s Home”(2021) e in parte anche con “Masseduction” (2017), aveva spostato l’attenzione non più sulle sue abilità come musicista ma sui concetti, sulle idee che stavano dietro ai suoi lavori.
Forse era un percorso necessario, cos’è un’artista se non evolve e cerca nuove sfide?
In questo nuovo lavoro, aiutata da Dave Grohl e Josh Freese alla batteria e Cate Le Bon al basso e alla voce, Annie riesce a far entrare echi di Nine Inch Nails (vedi “Reckless”) , Soundgarden e Tool che nascosti nelle dieci tracce saltano fuori improvvisamente, perfettamente asincroni al resto.
Basta ascoltare la funkettona “Big Time Nothing” che esalta la parte più ‘ignorante’ della produzione di St. Vincent, piena di noise e con una linea talmente groove da sorprendere. Sicuramente dal vivo sarà notevole.
Una parte non secondaria sono i testi di “All Born Screaming”.
Alcuni ruotano attorno all’amore trovato e perduto, come nella già citata “Reckless” o in “Flea” riempita di citazioni anni 70 che a tratti ricorda gli Steely Dan (!) o come in “Broken Man” virata al grunge.
La frustrazione sociale invece è la protagonista delle le notevoli “So Many Planets” e “Sweetest Fruit” dove il ruolo di donna queer e artista diventa centrale.
Abbandonate quindi le influenze non sempre ben riuscite dei synth inseriti da Jack Antonoff in “Daddy’s Home” e “Masseduction”, per questo album la cantante di Tulsa si è inventata anche produttrice, così gli strumenti risuonano limpidi e ben in evidenza e la voce che torna anche a ringhiare, supplicare e cantare a quei toni che l’hanno resa qualcosa di veramente unico.
Se si aggiunge la ‘sua’ chitarra, come da anni non la si sentiva, che rende il suono brillante e trascinante creando delle strutture accattivanti e uniche.
In conclusione siamo davanti ad un mix di influenze e suoni con cui la Clark ha giocato, girato e rigirato risultando emozionante, immediata e soprattutto dopo diverso tempo ci sono brani che “rimangono” e non scompaiono alla fine dell’ascolto.
Ben tornata, finalmente, a “casa”, Annie!
78/100
(Raffaele Concollato)