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#Thanks4AllTheFish!
Questo T4ATF! è un’estratto di 4 album consigliati nell’articolo Our Daily Bread 631: Armstrong, Empty Cut, Jamison Field Murphy, The Tulips… dei nostri corrispondenti scozzesi Monolith Cocktail
BLOOM DE WILDE, “The Circular Being”
Amo la musa e la musica di Bloom de Wilde. Ha un’innocenza tenera e totalizzante, una speranza che gioca a carta-forbice-sasso con una tristezza nostalgica e malinconica.
Bloom scrive canzoni che offrono speranza contro ogni probabilità, brani che abbracciano gli eccentrici e gli outsider, tutti gli sfavoriti della vita. Forse è per questo che sento una connessione con la sua musica e a volte mi ritrovo completamente immerso nel suo splendido arazzo di pop, jazz, folk e psichedelia, che ha intrecciato con grande amore e abilità per creare vera arte.
Bloom è un’eccellente cantautrice, una qualità che a volte può passare in secondo piano per via delle sue meravigliose eccentricità, ma anche una paroliera originale e talentuosa, come dimostra questo affascinante album di undici canzoni su amore, speranza e magia.
HUMDRUM, “Every Heaven”
Humdrum deve avere un desiderio di autodistruzione o essere una band con una grande dose di sicurezza. Voglio dire, chiamarsi Humdrum e poi realizzare un album di puro jangle pop. Sì, c’è bisogno di aggiungere altro? Sappiamo tutti come suona, niente che esca davvero dai canoni del jangle indie pop. Però è un buon album jangle, che a tratti mi ricorda i Cure più “jangly” ma senza l’unicità della voce di Robert Smith; in effetti, l’instrumentale Every Heaven potrebbe benissimo essere una traccia di sottofondo dei Cure.
Sì, le solite influenze; sono certo che ogni membro degli Humdrum possieda la collezione completa dei singoli da 7 pollici della Sarah Records, ogni edizione del cofanetto C86 e un distintivo dei Pastels. Ma è proprio questo che amiamo delle band jangle, la loro pura passione per il genere. E consiglio questo album a tutti gli amanti delle chitarre jangle.
EMPTY CUT, “Allens Cross”
Allens Cross è un album fuori dagli schemi, fatto di derisione e bellezza distorta, una musica che incorpora elettronica, hardcore, dub, jazz, shoegaze industriale e punk rock con un effetto straordinario. A tratti ricorda i lavori più recenti del genio quasi divino di Scott Walker, e altre volte richiama i Throbbing Gristle – talvolta difficile da ascoltare, ma alla fine sempre gratificante.
C’è un’oscurità e una ruvidità da blocco di granito che celebra la vita quotidiana e banale, ma che affascina per la prospettiva unica sulla loro infanzia vissuta a Birmingham, fonte d’ispirazione per questo splendido album. Fidget è pesante e desolante, quasi alla Black Sabbath, mentre Spleen è una pesante dose di psichedelia moderna con sintetizzatori ronzanti e campioni di parlato spezzettati. Tutte e otto le tracce di Allens Cross offrono un viaggio uditivo affascinante, ed è davvero un percorso che vale la pena intraprendere.
AIDEN BAKER/JACK CHUTER/RYAN DURFEE, “Laika World”
Laika World è stato realizzato come tributo a Laika, la cagnolina sovietica che fu il primo animale a orbitare attorno alla Terra il 3 novembre 1957. Non so quanti altri animali abbiano orbitato la Terra da allora: suppongo che, se avete una curiosità bruciante, potreste cercarlo su Google.
Questo album è una strana ma rilassante avventura sonora nello spazio, una raccolta totalmente distensiva e onirica di strumentali, fatta di chitarre riverberate, sintetizzatori fluttuanti e rilassanti, e di lontani echi di batteria e delicati tasti di pianoforte, con occasionali voci trattate e frammentate, che in Night Capsule Demand suonano come un conto alla rovescia per entrare in paradiso.
Laika World è un ascolto eccellente e gratificante, l’accompagnamento ideale per quei momenti in cui si ha bisogno di tempo per se stessi, per lasciarsi andare a uno stato di semi-coscienza e godersi i propri pensieri.
(BRIAN ‘BORDELLO’ SHEA)
The Monolith Cocktail è un blog indipendente con base a Glasgow, Scotland (UK).
Le ragioni della collaborazione tra Kalporz e The Monolith Cocktail puoi leggerle qui.
