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E ritorna in scena Flying Lotus con il suo undicesimo disco (che più propriamente può essere considerato un EP) “Spirit Box”, partorito dopo 4 anni dall’ultimo “Flamagra”, regalando al pubblico un nuovo modo di vivere la sua musica, stavolta molto più direzionata sull’house e sull’elettronica, ma che mantiene sempre quell’atmosfera spirituale e mistica accompagnata da un elevata dose di sperimentazione che è caratteristica di Flying, un evoluzione artistica che fa da cornice a un viaggio nel suo nuovo sound.
“Flamagra” anche è un album dove Flying Lotus saltella tra un genere e l’altro, spaziando con suoni ricchi di sfumature. Nel 2024, però, l’artista decide di continuare a esplorare, ma virando su un’altra strada, con un sound più diretto, dove predominano le influenze house ed elettroniche, e mescolando generi completamente diversi rispetto al lavoro precedente.
Ci si trovano tracce che attraversano suoni malinconici e caldi, come “Ajhussi” e “Garmonbozia”, ma c’è molto altro: nel disco si passa dai kick e snare house di “Ingo Swan” al pop pieno di sperimentazione di “The Lost Girl”, all’hip-hop molto singolare che troviamo in “Let me cook”, formando un disco variegato e complesso, di un artista che stavolta ha voluto divertirsi nel giocare con i vari suoni e generi, e che ha divertito anche me.
Ascoltandolo anche stavolta mi sono inserito in un viaggio nel suo mondo che sembra voglia farci visitare un ambiente nuovo ad ogni cambio di traccia, raccontandoci come la musica possa farci attraversare i più disparati paesaggi dell’artista, che stavolta ha trovato nella sua evoluzione un nuovo modo di proporla.
74/100
(Gabriele Prospero)