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Avevamo lasciato Katy J Pearson alle prese con il suo secondo album “Sound of the Morning” (2022) ma non avevamo mancato di parlare nemmeno del debutto “Return” (2020) perché l’avevamo identificata come una delle nuove cantautrici inglesi più interessanti. Valutazione confermata anche questo giro.
In “Someday, Now” la Pearson assume sempre di più il controllo del suo processo creativo (“Penso che nei primi due album ho messo i produttori troppo sul piedistallo e ho pensato che la mia opinione non avesse importanza. Ma con il tempo e con un produttore come Bullion sono entrata sempre più nel mio lavoro”, ha dichiarato) e sforna un album compatto e coeso a livello sonoro, che guarda tanto al pop di fine ’70/inizi ’80 (“Save”, il bellissimo singolo “Maybe” ma in generale in tutti i suoni ovattati di batteria) quanto a certo indie-rock un po’ sghembo che, stranamente, ha un riferimento di là dall’oceano, e cioè Kurt Vile (“Long Range Driver”). Ma in generale non c’è improvvisazione, quanto piuttosto un lavoro meticoloso su armonie, strutture e sound che restituisce un’artista completa a tutto tonto.
Il disco si schiude subito ai primi ascolti, mentre alla lunga quello di cui ci si può lamentare è solo un po’ di mancanza di coraggio di qualche arrangiamento strano, perché le canzoni sono belle ma alcune anche leggermente “prevedibili” nello sviluppo. Segno che Katy J Pearson sta guardando al pubblico più vasto possibile, sulla scia del suo “mito” Kate Bush (che un po’ ricorda in “Constant” e “Someday” anche se le due cantanti hanno voci molto diverse, per cui può essere più un’ispirazione della Pearson che un parallelismo). Che poi il cercare di arrivare a tutti non è mica un difetto, altroché, è anche una dimostrazione di maturità e di consapevolezza del proprio processo artistico, quando cioè si smette di fare le cose solo per se stessi e si cerca il contatto altrui. Passando anche dal “chissà un giorno” (someday) all’ “adesso” (now), da un ipotetico futuro al reale odierno, a dimostrazione di volontà e concretezza.
E se Katy J Pearson manterrà questo livello compositivo allargando la sua visuale di istinto, ne vedremo ancora di più belle.
75/100
(Paolo Bardelli)