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Un insperato comeback, quello di Bobby Gillespie con i suoi Primal Scream. A otto anni e mezzo da Chaosmosis – un mezzo disastro – il bardo di Glasgow rimette il progetto nelle mani di David Holmes dopo More Light per un lavoro stimolante, giusto un pò prolisso ma con diverse tracce da ricordare.
Sicuramente Gillespie non era rimasto disoccupato nella lunga pausa del gruppo, realizzando la sua biografia “Tenement Kid”: selezionata tra i Rough Trade’s Book of the Year e vincitrice dell’NME Award for Best Music Book. Inoltre è uscito un album in duetto con Jehnny Beth delle Savages (Utopian Ashes) e ha registrato brani sia con leggende britanniche quali Paul Weller e Peter Perrett per i loro ultimi dischi usciti solo pochi mesi fa.
Gli undici brani di Come Ahead – che sta per il proverbiale “Fatti sotto!” – vedono un Gillespie nella dimensione del trobadour intimista, acustica in braccio e cuore oltre l’ostacolo. L’impressione è che il resto della band si sia unita successivamente, anche dopo il coinvolgimento del DJ e producer nordirlandese David Holmes (da rispolverare almeno i suoi dischi degli anni novanta). Con l’aiuto decisivo del chitarrista Andrew Innes, unico membro originale con Bobby, le sessions hanno preso luogo tra Belfast, Londra e Los Angeles. Lo stupendo artwork è nato utilizzando una foto del padre del cantante, Robert Gillespie Senior, opera di Jim Lambie. Un uomo emblema per il suo impegno sociale e le battaglie di classe portate avanti nella sua vita: Robert Senior ha ispirato le tematiche di un disco che va in profondità, e che Bobby racconta così, “There is a message of hope in the record, but it’s tempered with an acceptance of the worst side of human nature.”
Musicalmente Come Ahead si regge da un lato su sonorità funk-disco, come nei riempipista “The Centre Cannot Hold” e “Ready To Go Home”, dall’altro su ballad atmosferiche e corali (“False Flags”, o una sublime “Heal Yourself”). Il mood è in ogni caso agrodolce, per non dire tendente al nero, come evince dalle liriche di “Deep Dark Waters”, uno degli highlights della raccolta: “Echoes from the past/Day by day reminders/We swore “they shall not pass”/I fear the worst shall surely find us”, e ancora “This ship is sailing/Into deep dark waters/All systems are failing/We go like cattle to the slaughter”.
Se qualche episodio pecca in autoindulgenza – “Innocent Money”, quasi una outtake da Give Out But Don’t Give Up riportata alla luce e la conclusiva “Settler’s Blues” – Come Ahead non manca ad ogni modo di stupire, come nell’afrobeat illuminato di hip-hop di “Circus Of Life” o il rock’n’roll acido e dirompente di “Love Ain’t Enough”, da tardi Oasis, poste a centro album. A testimoniare che l’elemento black è la principale influenza ma il disco suona caleidoscopico come un moderno London Calling o Sign O’ The Times.
Graditissimo infine il cameo della nostra Anna Caragnano nell’altro singolo “Love Insurrection”, con un recital manifesto dell’intero lavoro, perchè Bobby Gillespie come il padre non si darà mai per vinto nella sua lotta all’ingiustizia. “Dicono che siamo impossibilisti/Sognatori romantici/Non ancora cresciuti/Le nostre richieste ingenue e stupide/Le nostre credenze una religione fallita/Ma come è certo che il sole domani sorgerà così faranno i figli del futuro contro ingiustizie, rabbia e crudeltà/L’animo umano non sarà mai sconfitto./Viva l’amore!/No pasaràn!”
78/100
(Matteo Maioli)