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Notizia di poche settimane fa è l’annuncio delle date di Badly Drawn Boy in occasione del venticinquennale di uno degli album che non esito a definire uno dei fondamentale degli anni 2000: ‘The Hour of Bewilderbeast’.
L’ultimo album di Damon Gough, ‘Banana Skin Shoes’ è del 2020, discreto, molto più energico di altre uscite ma nulla a confronto di ‘The Hour…’ che continua ad affascinare a un quarto di secolo dalla sua uscita.
Lo ricordo impacciato e sorpreso vincitore del Mercury Prize nonostante la presenza su ogni palco possibile non riuscì a spiccicare più di una parola.
Ora da questa primavera(solo UK per ora) ci sarà un tour per il 25° anniversario, verrà eseguito l’album nella sua interezza, certo si dirà “è la solita trovata nostalgica”, risponderei di no ma sì è così e mi sembra doveroso rituffarsi nei testi affascinanti, nelle melodie intricate e nelle crude emozioni dei brani che lo hanno reso unico.
‘The Shining’, ‘Everybody’s Stalking’… vengono solo i brividi a pensare a QUEI brani, inutile citarli tutti, ognuno perfettamente incasellato e centrato nella sua originalità da rimanerne affascinati al primo ascolto.
Ricordo ancora, nell’estate del 2001 in Bretagna, LUI in diretta live da St Malo, io in vacanza, in auto, pura magia.
Perché ? Perchè l’introspezione e i temi dell’amore, della perdita e delle complessità delle relazioni umane sono al centro di una miscela di indie rock, folk e paesaggi sonori sperimentali che lo rendono unico e penetrante.
Ci fosse una platea pronta ad ascoltare i testi ancora oggi potrebbe riconoscersi nei temi universali del desiderio e della speranza.
“The Hour of Bewilderbeast” rimane un classico e la sua eredità è una testimonianza della sua brillantezza artistica e della sua profondità emotiva che ancora riesce a trasmettere.
(Raffaele Concollato)