L’immagine di copertina degli Awards è un frame di Robot Dreams, di Pablo Berger è un lungometraggio animato per bambini con un’anima però adulta: il film, basato sull’omonima graphic novel di Sara Varon, racconta l’amicizia tra un cane e un robot nella New York anni ottanta. I tratti del disegno sono elementari ma la narrazione (di sogno in sogno), pur nella sua semplicità, raggiunge – soprattutto nella parte finale – una profondità emotiva notevole.
Dialoghi assenti, a parlare è solo la musica: quella originale composta da Alfonso de Vilallonga e l’ottima selezione di brani di repertorio come la più volte presente “September” degli Earth, Wind & Fire, “A Bailar El Son” di Canelita Medina, “Happy” di William Bell, “Let’s Go” dei Feelies (in una sequenza viene anche inquadrato il vinile di “The Good Earth”, posto accanto a “Remain in light” dei Talking Heads e “Reckoning” dei R.E.M.), “Hip Hug-her” dei Booker T. & the M.G.s, “Breakdown” di T La Rock, “I hate hate!” dei Reagan Youth, “(It’s A) Monster’s Holiday” di Buck Owens.
Ascoltare musica è, spesso, un continuo vagare senza mai fermarsi e, forse, così si spiega il successo di critica e di pubblico (?) di un disco come Diamond Jubilee del progetto Cindy Lee di Patrick Flegel. Un album, in origine assente da Spotify, che funziona come flusso sonoro e meno come canzoni singole. Detto ciò, personalmente sono sempre stata atratta dagli artisti che mi fanno viaggiare mentalmente in luoghi dove molto probabilmente non andrò mai fisicamente. E il 2024 non fa eccezione. The Handover, album di debutto omonimo del trio formato da Aly Eissa (oud), Ayman Asfour (violino) e Jonas Cambien (synth, organo farfisa), è il disco che più di tutti in questi ultimi mesi mi ha fatto conoscere mondi nuovi, «tanti mondi profondi» come scriveva poeticamente lo scrittore svizzero Robert Walser: «Es lachen, es entstehen/im Kommen und im Gehen/der Welt viel tiefe Welten».
Top 10 Dischi
- The Handover – The Handover
- Arooj Aftab – Night Reign
- ØKSE – ØKSE
- SML – Small Medium Large
- Jeff Parker ETA IVtet – The Way Out of Easy
- Raphael Roginski – Žaltys
- Martina Berther – Bass Works: As I Venture Into
- The Messthetics and James Brendon Lewis – The Messthetics and James Brendon Lewis
- Julián Mayorga – Chak Chak Chak Chak
- Caxtrinho – Queda livre (approfondimento scoutcloud)
Altri dischi
(in ordine sparso)
Jlin – Akoma
Holy Tongue & Shackleton – The Tumbling Psychic Joy Of Now
Oren Ambarchi / Johan Berthling / Andreas Werliin – Ghosted II
Water Damage – In E
Chris Corsano – The Key (Became the Important Thing [and Then Just Faded Away])
Ex-Easter Island Head – Norther
Patricia Brennan – Breaking Stretch
Accra Quartet – Gbɛfalɔi (Travelers)
Olivia Block – The Mountains Pass
Darius Jones – Legend of e’Boi (The Hypervigilant Eye)
Lauritz Skeidsvolls Rapid Light – Lauritz Skeidsvolls Rapid Light
Elucid – Revelator
Asher Gamedze & the Black Lungs – Constitution
Søren Skov Orbit – Adrift
Solar Unity Ensemble – Upstream
Moor Mother – The Great Bailout
Tomin – A Willed and Conscious Balance
The Cosmic Tones Research Trio – All Is Sound
Garth Erasmus – Threnody for the KhoiSan
Beautify Junkyards – Nova
Dummy – Free Energy
Love Is Yes – Love Is Yes
Merope – Vèjula
Astrid Sonne – Great Doubt
Mabe Fratti – Sentir Que No Sabes
Ana Lua Caiano – Vou Ficar Neste Quadrado
Anastasia Coope – Darning Woman
Daudi Matsiko – The King of Misery
Trust Fund – Has It Been A While?
Bégayer – Évohé Bègue (approfondimento scoutcloud)
Meril Wubslin – Faireça
Tristwch Y Fenywod – Tristwch Y Fenywod
Takkak Takkak – Takkak Takkak
Ariel Kalma, Jeremiah Chiu, Marta Sofia Honer – The closest thing to silence
Sofi Paez – Silent Stories
Dead Bandit – Memory Thirteen
Peace De Résistance — Lullaby for the Debris
Dora Morelenbaum – Pique
Total Blue – Total Blue
Barry Archie Johnson – Fortune’s Mirror
Anadol & Marie Klock – La grande accumulation
Tomeka Reid Quartet – 3+3
HHY & The Macumbas – Bom Sangue Mau
Lau Ro – Cabana (approfondimento scoutcloud)
EP
Little Simz – Drop 7
Damsel Elysium – Whispers from Ancient Vessels
Groupe Derhane – Imidrane
Budokan Boys – Are You Sick?
Tomo Katsurada – Dream of the Egg
Recuperi/Ristampe
Nový Svět – DeGenerazione ( Quindi Records)
Norman McLaren – Rythmetic: The Compositions of Norman McLaren (We Are Busy Bodies, Phantom Limb)
Dom – Edge of Time (Guerssen)
Gianfranco Reverberi – Rivelazioni Di Uno Psichiatra Sul Mondo Perverso Del Sesso (Four Flies Records)
Playlist
(in aggiornamento)
Colonne Sonore
Eiko Ishibashi – Evil Does Not Exist
Nadah El Shazly – The Damned Don’t Cry
Fabio Massimo Capogrosso – Le Déluge
Harry Allouche – Los Colonos
Cinema & Suono – La Zona d’interesse
Il lavoro sul sonoro in “The Zone of Interest” di Jonathan Glazer è incredibile. Nessun particolare del campo di concentramento di Auschwitz, diretto dal comandante Rudolf Höss (Christian Friedel), viene mostrato. Il male, però, pure non vedendosi, si sente: la morte, il dolore, la sofferenza sono lì, oltre le mura: rumori disumani, voci disperate sono il suono della morte, un paesaggio sonoro, un bordone dell’orrore ricreato dal sound designer Johnnie Burn dopo un anno di ricerca sonora e studio: «l’anno prima delle riprese è stato dedicato alla ricerca, come la lettura di molti libri su Auschwitz e la comprensione di tutti i tipi di veicoli e di armi utilizzati nel campo. Questo ci ha permesso di ottenere che determinati suoni fossero i più accurati possibili, come la registrazione di un colpo di pistola alla giusta distanza e cose del genere. Gran parte della mia ricerca consisteva nel leggere le testimonianze. Avevo un documento di 600 pagine sugli eventi accaduti e sulle testimonianze dei sopravvissuti e delle guardie. L’abbiamo usato per registrare quello che potevamo e ricreare gli eventi specifici di cui avevamo letto e che ci erano stati raccontati. Da lì ho creato una libreria sonora per il film. Avevo quindi molte, molte ore di suoni diversi, come suoni umani dolorosi, suoni di forni crematori, suoni di forni industriali e suoni di macchinari di produzione che il campo possedeva e che i prigionieri dovevano azionare.
Jonathan e io abbiamo utilizzato questa libreria una volta superata la fase di post-produzione. I suoni della morte sono nati dalla ricerca di tutto ciò che si sarebbe potuto sentire ad Auschwitz in quel periodo e dal tentativo di ricrearlo al meglio nel rispetto di ciò che è accaduto lì», Johnnie Burn a Digital trends nel dicembre 2023.
Oltre la caratterizzazione sonora di Burn, nei punti di raccordo del film e in chiusura (nei crediti finali) ci sono anche le musiche di Mica Levi a restituire tutta la mostruosità umana.
Cinema
Los Colonos di Felipe Gálvez
I paesaggi della Terra del Fuoco – tra il Cile e l’Argentina – diventano dei dipinti in movimento, delle fotografie d’epoca che parlano attraverso le musiche di Harry Allouche e raccontano, documentano il genocidio Selk’nam.
Le Ravissement – Rapita di Iris Kaltenbäck
“Le Ravissement” di Iris Kaltenbäck, regista trentacinquenne (figlia di madre francese e padre austriaco a cui ha dedicato il film – «A mon père Franz»), è un esordio ispirato e sentito: narrare per immagini senza retorica e manicheismo (ma solo tramite l’espediente di una voce narrante e di un narratore interno) la complessità della mente e psicologia umana. Parlare d’amore, dell’amicizia, della solitudine, del desiderio di maternità con profondità e delicatezza.
Una Parigi quasi irriconoscibile, con colori quasi sempre accesi, diventa lo specchio delle emozioni della protagonista Lydia (Hafsia Herzi).
Le Procès Goldman di Cédric Kahn
“Le Procès Goldman” (titolo italiano: “Il caso Goldman”) di Cédric Kahn fa diventare la parola azione. Il film, ambientato tutto o quasi in un’aula di tribunale, è un fiume di discorsi: testimonianze, difese, accuse. Non è però verboso, sentenzioso ma bensì – oserei dire – fassbinderiano nel dare una vitalità bruciante ai dialoghi degli attori in campo.
Letture
– Giuseppe Catani – Harpo’s Bazaar. Una storia di cassette
– Robyn Hitchcock – 1967: How I Got There and Why I Never Left
« ‘The Beach Boys are for all these beerfucker types, you know – the meatheads – aren’t they?’
No, man, you’ve gotta dig it: the Beach Boys are cool now – this stuff is beautiful, man: it’s like jazz with voices, you know?’»
– Maria Teresa Soldani – Made In USA L’opera dei Sonic Youth tra indie e pop, video e cinema
Mostre d’arte
- “Anselm Kiefer. Angeli Caduti”, Palazzo Strozzi, Firenze (22 marzo – 21 luglio 2024)
- “Helen Frankenthaler: dipingere senza regole”, Palazzo Strozzi, Firenze (27 settembre 2024 – 26 gennaio 2025)
Teatro
Isabella Rossellini, “Darwin’s Smile” – Teatro della Pergola, 28 gennaio 2024
Lo spettacolo “Darwin’s Smile”, basato sul libro di Darwin “Le espressioni delle emozioni nell’uomo e negli animali” (1872), è un piccolo gioiellino: un atto unico di un’ora e un quarto che vola via in un attimo.
Isabella Rossellini riprende i toni comici di “Green Porno”, “Seduce Me”, “Mammas” (*) rendendo sul palcoscenico – con fare divertito – pop la complessità della gestualità, dei comportamenti, delle espressioni degli uomini e degli animali.
Teatro e scienza s’incontrano.
*nello schermo compaiono anche alcuni fotogrammi da questi corti/serie.