Nada Surf + Lowinsky, Santeria Toscana 31, Milano 7 Dicembre 2024
I used to be stopping while I was trying
da “In Front Of Me Now”
Sto raccogliendo le idee per descrivere l’unica serata nel bel paese di uno dei miei gruppi preferiti, per non dire quanto già di stato detto negli anni, per non essere troppo di parte.
Non è facile, così inizio spiegando il titolo. Resta un mistero perchè una band con un repertorio di prim’ordine e che ha occupato l’immaginario degli anni zero, tra serie tv e film, abbia attaccato sempre poco in Italia. Una band che dopo un quarto di secolo di attività è in grado di realizzare due dischi (Never Not Together e Moon Mirror) di una potenza lirica eccezionale e salutati come i loro migliori dopo Let Go del 2003. E allora io li voglio definire come i miei personali R.E.M., che invece non vedrò mai, trasportati nella dimensione di un club. E più alla mano, visto che Matthew Caws conosce la metà dei presenti e infatti li abbraccia e saluta uno per uno a fine live.
Ad aprire il concerto dei newyorkesi è un’eccellenza indie-rock come Carlo Pinchetti con i suoi Lowinsky. Nonostante l’orario non favorevole (le 20.15) il gruppo di Bergamo regala un set brillante e di canzoni semplici, di quelle scritte con il cuore e che si insinuano sotto pelle. Con un timbro meravigliosamente vicino a Evan Dando Pinchetti suona alcuni estratti dall’ultimo lavoro Triste Sbaglio Sempre Lontani, ispirato a “Il Deserto dei Tartari” di Dino Buzzati e uscito per Gasterecords e Moquette a fine 2023, con una “Nessuno si ricorderà di noi” da lacrime.
“Bottom Of The Barrell” unisce i Clash ai Lemonheads di Car Button Cloth e notevole è anche la performance dell’altra vocalist Linda Gandolfi in “Doppio Gioco”, uscita come split con gli Helsinki di Drew McConnell (Babyshambles). “Lei” risale al debutto del 2017 e poteva essere contenuta in Solo Un Grande Sasso dei Verdena, per dire. C’è il tempo per una ottima versione di “Dylan Thomas” dei Better Oblivion Community Center di Conor Oberst, mentre “Seppuku” da Oggetti Smarriti chiarisce il taglio agrodolce di una formazione che saluta un pubblico entusiasta sulle note dell’inedita “Alice inizia a capire”.
Matthew Caws (voce e chitarra), Daniel Lorca (basso), Ira Elliott (batteria) e Louie Lino (tastiere) salgono sul palco alle 21.30, infiammando i fan con una doppietta di classici da Let Go, “Inside Of Love” e “Hi-Speed Soul”. Segue poi un nuovo brano, la già amatissima “In Front Of Me Now”, che si è guadagnata la presenza in lista tra le cento canzoni dell’anno di Rolling Stone: power-pop intriso di synth e refrain fulminante come in una versione attuale dei Cars di Ric Ocasek, produttore del loro debutto High/Low. “Mathilda” e “New Propeller” sono le altre perle tra gli ultimi brani scritti dalla band, grazie a testi impegnati, contro la discriminazione adolescenziale la prima e riflettendo sullo stato della politica americana la seconda. A riprova che i Nada Surf si sono confermati a livelli altissimi.
Tra le ballad “Come Get Me” regala un assolo vibrante di Caws e “Killian’s Red” sfrutta una fantastica linea di basso di Lorca, mentre in quota uptempo si fanno largo “Intel And Dreams”, punk nella lezione dei maestri Replacements, e la weezeriana “The Plan”, singolo uscito nel lontano 1994 che il bassista introduce con un ricordo degli esordi dei Nada Surf tra sale prove inadeguate e costose, dove era necessario suonare veloci e senza troppi fronzoli. “Losing”, un highlight di Moon Mirror, è firmata da Louie Lino e si regge su un wall-of-sound estatico di chitarra e tastiere con l’effetto di un brano dei Wilco nelle mani dei My Bloody Valentine: un apporto importante il suo nelle dinamiche del gruppo, come confesso più tardi a Matthew in relazione al live bolognese del 2016 a Zona Roveri senza “il quarto membro” (all’epoca era il chitarrista dei Guided By Voices Doug Gillard, ma assente nell’occasione).
“See These Bones”, ispirata a Caws da una visita a una chiesa romana, e una celebratissima “Always Love” rompono il dominio in scaletta degli ultimi due album e Let Go; una ragazza al mio fianco che avrà avuto poco più di vent’anni, le ha cantate per intero, come la stessa “Blonde On Blonde”. Tuttavia io li preferisco nel loro abito più rock’n’roll, e “Popular”, “Hyperspace” e “Something I Should Do” assolvono il compito a dovere, tra tracce di Neil Young, The Who (Ira Elliot, un passato nei Fuzztones, ha la stravaganza di Keith Moon) e Echo & The Bunnymen. I Nada Surf danno tutto sè stessi sul palco nutrendosi dell’entusiasmo della gente, e due ore della loro musica riassume un pò il nostro quotidiano, gli insuccessi, le sfide, le gioie, le relazioni interpersonali.
Quindi grazie alla Santeria Toscana 31, per averci fatto gustare uno dei nomi del rock alternativo tra i più importanti di sempre.
La setlist dei Nada Surf alla Santeria:
Inside of Love
Hi-Speed Soul
In Front of Me Now
Come Get Me
Fruit Fly
Killian’s Red
Intel and Dreams
Losing
Mathilda
The Plan
Looking for You
Second Skin
New Propeller
See These Bones
Blonde on Blonde
The One You Want
Open Seas
Something I Should Do
So Much Love
Hyperspace
Popular
Always Love
Blizzard of ’77 (accappella con i quattro a bordo palco e Matthew alla chitarra acustica)
(Matteo Maioli)