Top-20 Albums 2024
1. REAL ESTATE, “Somebody New”
Una volta ho letto di una ricerca scientifica, a livello universario eh, che diceva che quando si diventa vecchi, si ascolta il folk. Ecco io non so se “Somebody New” è folk e se io sono vecchio, so solo che questo album pieno di chitarre acustiche rotonde e ariose, di melodie beachboysiane, di voci che vibrano, mi mette in pace con tutto lo scorrere della vita e allo stesso tempo mi fa sognare, che sono due tra le sensazioni più belle al mondo.
2. THE WAEVE, “City Lights”
È il secondo anno di fila che The Waeve finiscono al secondo posto della mia classifica. Eterni secondi? Beh, ce ne fossero di album così, in cui la scrittura è messa al servizio di arrangiamenti mai banali in cui Coxon/Dougall, anzi Dougall/Coxon (in ordine di importanza nel progetto), performano una specie di album di brit-pop resistente, che si meticcia con l’avanguardia ’70 e con atmosfere tra lo schizofrenico e il pacificato
3. KELLY LEE OWENS, “Dreamstate”
Se siete di quelli che per voi la musica deve essere cervellotica, state lontano da questo “Dreamstate”. Se invece credete che si possa fare della buona elettronica anche se usando melodie pop, semplificando invece che complicare, alleggerendo invece che appesantire, usando suoni lineari invece che scorbutici, allora fatelo vostro. Senza rinunciare alle sue ombre, ma facendoci intravedere anche delle luci, la nostra Kelly Lee Owens è la dj che vogliamo per farci ballare con sentimento e intelligenza.
4. NILÜFER YANYA, “My Method Actor”
La musica è cambiata, si trasforma continuamente. Per chi ha, come me, qualche anno in più sulle spalle è un piacere vedere che si può creare un pop indipendente dalle tinte folk e con un pizzico di programmazione senza svendersi al suono del passato. Perché la Yanya è una cantautrice del presente.
5. THE CURE, “Songs Of A Lost World”
Se fosse stato solo il cuore a stilare questa classifica, il ritorno dei Cure sarebbe inevitabilmente al primo posto. Invece, siccome cerchiamo di mantenere un contegno da critico, finisce qui ma con una contentezza nell’anima. Quale? Quella di avere avuto la fortuna di ascoltare un nuovo capitolo di questo uomo, Robert Smith, che ha accompagnato la nostra vita come uno zio che ci ha aiutato a crescere, perché i Cure sono la colonna sonora che la nostra vita non ha meritato. Noi non siamo stati così bravi, ma i Cure sì e hanno fatto sembrare il nostro cammino più bello di quello che noi siamo riusciti a fare. Grazie Robert, come sempre. Senza di te, noi non saremmo noi.
6. THE SMILE, “Cutouts”
Sono due album che considero quasi come uno unico, “Cutouts” e “The Wall Of Eyes”. Probabilmente ugualmente meritori, perché se “Cutouts” è letteggermente più sperimentale, “The Wall Of Eyes” ha forse una scrittura più compiuta, quindi i relativi pregi si compensano. Entrambi sono come due fratelli che, cresciuti dagli stessi genitori, hanno sviluppato i loro caratteri sulla base del proprio dna. E che fanno allontanare la possibilità di risentire i Radiohead insieme che poi, chi è che lo vuole?
7. THE SMILE, “The Wall Of Eyes”
Non c’è molto da aggiungere, se non che “The Wall Of Eyes” è importante perché ci ha fatto capire che il progetto The Smile non sarebbe stato una meteora, bensì quello che Yorke-Greenwood volevano, e vogliono, creare ora. Un sorriso beffardo.
8. KATY J PEARSON, “Someday, Now”
Ho un debole per le cantautrici che vanno alla ricerca dell’album perfetto nell’ambito del proprio suono con pervicace tenacia. Quelle che non si scoraggiano subito, non cambiano immediatamente direzione, non si allontanano dai loro obiettivi: queste cantautrici sono inarrestabili. Come Katy J Pearson, che al terzo tentativo ci è riuscita. Non a fare un album impeccabile, ma a creare il meglio che lei poteva dare e che molti non riescono nemmeno a vedere col binocolo (magari un po’ più di impegno nella copertina, eh, Katy? La prossima volta cambiamo fotografo/grafico/stilista, ok?).
9. FIN DEL MUNDO, “Hicimos Crecer Un Bosque”
È vero, il genere delle Fin del Mundo è una comfort zone. Perché è quell’indie-rock che abbiamo imparato ad amare quando l’indie-rock era il genere di riferimento tra i generi. Ora non più, e noi ci rifugiamo in album come questo “Hicimos Crecer Un Bosque”, che è davvero un gran colpo per una band argentina, non per far finta che nulla sia cambiato, ma per risvegliarci accanto a qualcuno che crede ancora in quello che crediamo noi.
10. KIM DEAL, “Nobody Loves You More”
L’ho scritto in recensione: Kim Deal pare una giovinetta. Nello spirito che traspare tra le canzoni di questo “debutto” a 63 anni. È l’album della vita, come quel libro che ti girava nella testa e che non hai mai avuto il coraggio di scrivere, ma che ora salta fuori e condensa tutto il tuo pensiero.
11. TRAVIS, “L.A. Times”
12. LADY BLACKBIRD, “Slang Spirituals”
13. JUSTICE, “Hyperdrama”
14. FONTAINES D.C., “Romance”
15. JANE WEAVER, “Love In Constant Spectacle”
16. CAMERA OBSCURA, “Look To The East, Look To The West”
17. JUNODREAM, “Pools of Colour”
18. PEEL DREAM MAGAZINE, “Rose Main Reading Room”
19. HANNAH MOHAN, “Time Is A Walnut”
20. EMILIANA TORRINI, “Miss Flower”
Best Songs 2024
1. “Bus”, TRAVIS
Siamo negli anni ’90, d’estate, in Scozia. Una mattina ci si sveglia e si deve partire da un luogo e da una persona, e alla fermata dell’autobus parte una pioggerellina fitta. Una scena da film, insomma. Ecco, in “Bus” si può immaginare tutto questo, perché la musica bella ci porta in altri tempi e in altri luoghi. Anche mai vissuti.
2. “Druantia”, THE WAEVE
Coxon deve essersi ispirato il troppo presto dimenticato Chris Squire per questo giro di basso che tiene su il brano come delle solide fondamenta su cui si sviluppano muri di sax e chitarre e organi hammond avviluppati insieme, mentre la batteria nervosa ticchetta le voci di Dougall/Coxon che si stagliano lontano, in un’altra galassia (o in un’epoca druidica).
3. “One Night/All Night”, JUSTICE feat. TAME IMPALA
Provate a metterla su con un stereo di una volta, al volume massimo: non riuscirete ad abbassare finché non arriveranno i vigili a farvi smettere, ma voi starete ancora lì ad ascoltarla finché non vi porteranno via a forza.
4. “Endsong”, THE CURE
5. “Black Lion Lane”, EMILIANA TORRINI
6. “Market Street”, REAL ESTATE
7. “Love You Got”, KELLY LEE OWENS
8. “Nobody Loves You More”, KIM DEAL
9. “Water Underground”, REAL ESTATE
10. “Sundowner”, FONTAINES D.C.
11. “Maybe”, KATY J PEARSON
12. “Airdrop”, REAL ESTATE
13. “In The Modern World”, FONTAINES D.C.
14. “Like I Say (I Runaway), NILUFER YANYA
15. “Just Another Rainbow”, LIAM GALLAGHER, JOHN SQUIRE
16. “Perfect Storm”, JANE WEAVER
17. “Hell Is Near”, ST. VINCENT
18. “Big Love”, CAMERA OBSCURA
19. “Fratura Exposta Na Boca Do Estomago”, NATALIA LEBEIS
20. “Just A Western”, NILUFER YANYA (Remix by BOY HARSHER)
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Altre (belle) canzoni:
“Exceptional”, MIDDLE MANAGEMENT | “Dolores No Varal”, PAPISA | “Knife Edge”, THOM YORKE | “Higher”, KELLY LEE OWENS | “Sunshine”, KELLY LEE OWENS | “You Saw”, THE WAEVE | “City Lights”, THE WAEVE | “Song For Eliza May”, THE WAEVE | BULLION, “Rare” (feat. Carly Rae Jepsen) | “Sky”, KATY J PEARSON | “Crushed Velvet”, MOLLY LEWIS feat. THEE SACRED SOULS | “Loved”, FOUR TE | “Lovers’ Leap”, ELBOW | “Football”, YOUTH LAGOON | “Long Range Driver”, KATY J PEARSON | “Teleharmonic”, THE SMILE | “Wall Of Eyes”, THE SMILE | “Foreign Spies”, THE SMILE | “Don’t Get Me Started”, THE SMILE | “Incognito”, JUSTICE | “Mannequin Love”, JUSTICE
“Violent Times”, ST. VINCENT | “Runner”, KAPUT | “Common Blue”, WARPAINT | “Let Go”, NEWDAD | “Sickly Sweet”, NEWDAD | “Una Temporada En El Invierno”, FIN DEL MUNDO | “Heavy”, SPRINTS | “Polaroid”, CLOTH | “Getaway Car”, SAM LYNCH | “The Straightest Line”, REAL FARMER | “Bothering Me”, SARAH BLASKO | “Wish You Well”, PEEL DREAM MAGAZINE | “Speakeasy (Liquid Gold Version)”, SHED SEVEN | “Junior High”, SOUL CLEAR | “Let Not (Your Heart Be Troubled), LADY BLACKBIRD | “Nothing Shines On This Island”, CHLOE SLATER | “Con Calma”, BONSAI BONSAI | “Purple Flowers”, ELIZABETH MOEN | “Gum Tree”, CASS McCOMBS | “Si Antes Te Hubiera Conocido”, KAROL G | “Ridin”, JESSIE REYEZ feat. LIL WAYNE | “Peace Be The Day”, HANNAH MOHAN | “Cioccolato Fondente”, MATTEO TAMBUSSI | “Echo”, CLAIRO | “Reversed Sky”, GROOBLEN | “Triggers”, AQUAFOX
“Fever Dream”, JUNODREAM | “Real Love”, FRANCIS OF DELIRIUM | “I Quit”, THE SMILE | “Mattino di Luce”, SUBSONICA | “Double Life”, PHARRELL WILLIAMS | “You Won”, CAMERON SAGE FROM | “The Devil Is A Juno”, WE WERE YOUNG
Live 2024
THE NATIONAL, Carroponte, Milano, 2 giugno 2024
I National sono l’artista e il pubblico contemporaneamente, fusi insieme.
Carrello dei bolliti 2024
Non me lo perdono già perché Beth Gibbons non è una bollita: lei è sempre una grandissima, comunque vada e comunque sia. Però, insomma, di questo “Lives Outgrown” non se ne sentiva la mancanza, visto come è uscito: una serie di brani crepuscolari cervellotici e polverosi che girano su loro stessi senza andare da nessuna parte, con la Gibbons che è lei stessa nei Portishead (uno dei miei gruppi della vita) senza le canzoni dei Portishead. Persa in se stessa.
L’artwork 2024
Certamente se lo sarebbero meritato anche Stanley Donwood per la copertina di “Cutouts” degli Smile o Janez Pirnat (che è lo scultore) per quella di “Songs Of A Lost World” dei Cure, ma Wyndham Boylan-Garnett, fotografo accreditato per la cover di “My Light, My Destroyer” di Cassandra Jenkins cattura una geometria che mi fa impazzire.
La svolta dell’anno
La nuova grafica di Kalporz: beh sì, abbiamo ancora tante cose da migliorare, ma intanto – dopo 11 anni di onorato servizio – la vecchia grafica di Kalporz è andata in pensione e ora trovate questa che ci piace un sacco ed è veramente pulita. Perché la speranza è sempre di un futuro pulito.
(Paolo Bardelli)
Collegamenti su Kalporz:
Paolo Bardelli Awards 2023
Paolo Bardelli Awards 2022
Paolo Bardelli Awards 2021
Paolo Bardelli Awards 2020
Paolo Bardelli Awards 2019
Paolo Bardelli Awards 2018
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Paolo Bardelli Awards 2012
Paolo Bardelli Awards 2011
Paolo Bardelli Awards 2010
Paolo Bardelli Awards 2009
Paolo Bardelli Awards 2008
Paolo Bardelli Awards 2007
Paolo Bardelli Awards 2006
Paolo Bardelli Awards 2005