“Tony” è il nuovo album di Yasmina, disponibile da venerdì 13 dicembre 2024 in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale, per peermusic ITALY.
Un album per consolidare la firma sonora di Yasmina, una miscela avvolgente di trip hop e vibrazioni elettroniche di stampo britannico arricchite da incursioni di rock alternativo con sfumature grunge.
I brani del nuovo album “Tony”, con i loro beat ipnotici e arrangiamenti stratificati, intrecciano tonalità oniriche e spigolosità emotive. L’artista romana intraprende un viaggio tra intimità e introspezione, affrontando temi che vanno dal ricordo al disincanto, fino alla resilienza. Yasmina esplora la fragilità delle connessioni umane, alternando dolcezza nostalgica a immagini crude di alienazione e rimpianto.
La scrittura, spesso evocativa e criptica, si fonde con sonorità che richiamano atmosfere malinconiche e oniriche, tratteggiando un mondo sonoro coerente con il suo stile.
Yasmina è il nome del progetto dell’omonima artista e cantautrice romana classe ‘99, nato nel 2019 tramite la collaborazione con il produttore Mark Ceiling. Spinti dalla volontà di sperimentare con lingue diverse e portare una versione propria della French Touch, i due scrivono l’EP “Amour Toujours” (2022), che otterrà risonanza in Italia ed in Francia.
Alla fine dello stesso anno, il progetto si espande con la pubblicazione del doppio singolo, “MI PIACE STARE SOLA / PER NON SENTIRE IL DOLORE”, prodotti da Arssalendo, Mark Ceiling, Rainer Monaco e Giovanni Troccoli. A ottobre 2023, Yasmina esce con il singolo “Radio/Spoty”, seguito da “Attitude” in cui sperimenta con l’inglese senza però allontanarsi dal suo sound caratteristico, eclettico e imprevedibile.
Per presentare “Tony”, Yasmina ripercorre le 7 ispirazioni che ne hanno scolpito l’immaginario.
- Down the Drain (2023) di Julia Fox
È il memoir dell’artista italo-americana Julia Fox. Non spoilero il libro perché secondo me va letto assolutamente (per chi ha più di 18 anni). Mi ha insegnato tanto su amicizia, resilienza, e compassione. Sono tutti elementi che ho cercato di incorporare in un modo o nell’altro all’interno dell’album.
- Le Macchine
Una delle conversazioni più belle che io abbia mai avuto sull’importanza delle macchine nel puntualizzare i momenti più importanti della vita nell’immaginario occidentale post-bellico è avvenuta in un’utilitaria. Nei film ma anche nella vita, nasci e ti portano a casa in macchina, poi guidi quasi tutta la vita se vivi in posti in cui i trasporti pubblici funzionano a malapena, e quando muori vieni portato al cimitero in macchina. Può sembrare una banalità ma per me non lo è. In Tony ci sono tanti modi in cui questo tipo di analisi rispetto alle macchine viene declinato. Ci sono macchine diverse e simboleggiano varie idee di percorso sia a livello descrittivo che simbolico: in Radio/Spoty la macchina è uno spazio di riflessione, in Sei Dappertutto di serenità, e in Sheep and Mustangs, strumento di distinzione tra chi segue il “gregge” e chi va per la sua strada (Mustang è sia la nomenclatura del modello Ford che per “mastino”).
Quest’album, in poche parole, è un viaggio percorso in macchina raccontato in 10 pezzi.
- My 21st Century Blues (2023) di Raye
Un Album pop con la A maiuscola perché se la merita tutta. Raye è una perla rara nella musica contemporanea, è stata capace di parlare di tematiche completamente diverse, mescolando generi in modo agile, e riuscendo ad essere cruda senza essere volgare. Senza l’ascolto ripetuto di quest’album probabilmente non avrei mai concluso il mio. Mi ha dato l’ispirazione e la spinta per cercare di presentare un lavoro complesso.
- Le sessioni in “studios” improvvisati
Molti dei brani sono stati buttati giù in condizioni improbabili. Nella vita faccio altro oltre musica, per quello che faccio mi ritrovo a stare via spesso, e a scrivere dove capita. Questo album è stato messo insieme in studi improvvisati in camere e salotti nostri o di amici, o durante sessioni durate dalle 3 alle 8 ore, a volte solo con Mark Ceiling e altre anche con Arssalendo. Le parti di strutturazione definitive ce le siamo gestite al telefono, via messaggi vocali e tremila back and forth di versioni diverse. Abbiamo ri-registrato i pezzi tutti e tre fisicamente assieme in una settimana a Giugno e Mark Ceiling ha mixato e masterizzato tutto in un mesetto di tempo. È stato faticosissimo ma ne è valsa la pena :,)
- La solitudine
Durante la metà del processo creativo di quest’album ho passato tantissimo tempo da sola. Interagivo quasi solo con i miei compagni di università in classe e poi stavo chiusa in casa tutto il week-end. Ho letto tanto, fatto tantissime lavatrici, e firmato il mio primo contratto di licenza. Probabilmente se non avessi avuto tutto questo tempo da passare da sola non ci sarebbe stato modo di trovare il team giusto e le risorse per completare e far uscire il tutto adeguatamente.
- Des Glaneuses (1857) di Millet
Si tratta di un quadro naturalistico del pittore Jean-Francois Millet. È un dipinto che spuntava spesso nelle lezioni di letteratura e storia dell’arte che ho seguito alle medie e al liceo. Ho incluso la figura delle “glaneuses”, le “gleaners” di ‘Sheep e Mustangs’, per l’immagine del gesto del raccolto. Si tratta di un elemento importantissimo per me nel modo in cui conservo la mia vita e scelgo cosa raccontare, è un continuo piantare, lasciare crescere, e poi raccogliere. Tony è stato un processo lento e faticoso, ma non riesco ad immaginare un risultato finale più bello.
- L’incoerenza
Ci sono poche cose che mi affascinano quanto gli anacronismi, le canzoni che suonano così tanto dell’epoca in cui sono state concepite che quando le ascolti sembra quasi non dovresti neanche poterne avere accesso, spazi artificiali abbandonati e intatti, le rotture della quarta parete fatte bene etc… insomma tutto quello che “sporca” la precisione ma ci permette di arrivare più vicini al bello. E forse è proprio questo il punto di incontro tra Mark Ceiling, Arssalendo, ed io, anche se lo esprimiamo in modo diverso. Tony è un album incoerente ma ordinatissimo, a tratti sospeso e subito dopo inquietante, ha qualcosa tra lo spettrale e il sogno. È tanto e tutto.