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Cosa significa la parola radici alla luce della contemporaneità?
Il grido lanciato dall’IndieRocket ha una natura sociale e politica, ma nella sua forma più alta e ancestrale possibile. L’espressione di un’incarnazione profonda di umanità, che culmina esattamente in una rete sotterranea, underground di suoni.
Per fortuna in Italia ci sono ancora festival che hanno il coraggio, in un modo completamente insolito, di tracciare una storia, una linea che lega effettivamente gli spettatori ad un’idea, ad un valore di condivisione.
“Parole troppo grandi per un uomo” cantava Guccini in Radici, ma IndieRocket si confronta esattamente con le grandi parole che si accendono in una line-up perfettamente centrata sul senso della radice, delle fondamenta.
Dal 28 al 30 giugno al Parco di Cocco a Pescara, sarà possibile costruirsi un bagaglio per entrare nella stagione estiva con un universo di ascolti completamente cambiato, rivoluzionato.
DZ DEATHRAYS
Un trio che, mentre da una parte erige una muraglia sonora, dall’altra è già pronta a scardinarla con suoni psichedelici, forti e decisi. Loro sono incudine e martello di questo Indie Rocket, rappresentanti di un’Oceania aspra e poco contemplata.
Sono la risposta spirituale, ma a gamba tesa ai suoni degli ultimi Tame Impala.
GNUCCI
Faccio fatica a definire cosa sia l’avant-R&B svedese per questo non mi resta che aspettare, in una rispettosa stasi, il set di GNUCCI.
La sua è una vita di cambiamenti, di spostamenti ed è francamente perfetta per il significato di sfondo di questo IndieRocket. Il suo set incarna tutta l’intelligenza e la poliedricità che è richiesta ad un artista che fa storytelling con ogni passo del corpo.
IDRIS ACKAMOOR & THE PYRAMIDS
Ackamoor è nato sotto la stella pianistica di Cecil Taylor, il suo è un richiamo cosmico che parte da Chicago e finisce in un territorio vicino, nello spazio cosmico, alla Sun Ra Arkestra. La parola spazio coniugata in simbiosi con l’eclettismo musicale di una big band incredibile.
Indie Rocket “is the place”.
SINK YA TEETH
Un’ondata nuova ed elettro-punk che unisce e apre le barriere alle sperimentazioni nella forma più totale.
In pochi minuti di ascolto si percepisce il peso di tante influenze interessanti, importanti per la storia stessa di un festival come Indie Rocket.
Le Sink Ya Teeth sono una casella assolutamente da spuntare per capire la portata di un festival longevo e lungimirante come questo.
STONEFIELD
La meravigliosa rivoluzione al femminile di questi anni è scritta con nomi che vanno da Julian Baker, a Soccer Mommy ma passa anche tramite band fantastiche e con un sound unico come le Stonefield. Il loro è un ruggito imperdibile e che ci offre uno scorcio su una serie di sonorità necessarie per il 2019.
Qui potete trovare il programma completo del festival.
Ci vediamo all’IndieRocket.