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La più amara ingiustizia degli Anni Dieci nell’Italia musicale è stata – a mio personalissimo avviso – il mancato riconoscimento di King Of The Opera come il nostro miglior talento. Il progetto di Alberto Mariotti, a dire il vero, ha subito un rallentamento nel momento in cui si è separato con i compagni di viaggio Francesco D’Elia e Simone Vassallo (oggi nei Sex Pizzul), ma se ancor oggi guardiamo e riascoltiamo “Nothing Outstanding” (2012), l’impressione è che in questi 8 anni, in realtà solcati da qualche EP (“Driftwood” del 2014 e le “Pangos Sessions” del 2016, e nel progetto parallelo Ocean Bells), abbiamo avuto poco modo di sentire veramente espresso tutto il potenziale di Alberto.
Lo ritroviamo dunque in questo 2020 con un album che appare al primo ascolto di una bellezza commovente (prossimamente su Kalporz la recensione di Matteo Maioli del suo nuovo “Nowhere Blues”), perché Alberto ha saputo reinventarsi con nuovi musicisti e portare quel suo blues che già era moderno ai tempi di Samuel Katarro in territori sintetici e post-umani come nessun altro sa fare. Nascondendo un po’ la sua bellissima voce, ha messo in primo piano le emozioni che sanno dare le sue canzoni, vestendole di un nuovo abito fatto di bit elettronici, psichedelia e suggestioni pop.
Kalporz è dunque orgogliosa di ospitare l’anteprima video esclusiva di “I’m in Love”: “Questo video è una breve anteprima di cosa accadrà sul palco con i miei due nuovi musicisti Andrea Carboni ed Elia Ciuffini, una piccola testimonianza delle cura e della passione che stiamo mettendo per far suonare al meglio il nostro Nowhere Blues”, ci ha detto Alberto.
L’augurio è che King Of The Opera possa allora diventare un punto di riferimento degli Anni Venti in Italia.
Noi ci crediamo (e speriamo).
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foto di Esadaly
(Paolo Bardelli)