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Un Thanks 4 All The Fish dalle sonorità elettroniche, con quattro segnalazioni di dischi usciti nei mesi estivi e che forse complici caldo e ferie vi siete persi.
In questo percorso, un filo che accomuna le prime tre pubblicazione: l’Africa, i suoi ritmi, i suoi suoni, le sue suggestioni. In chiusura invece un bellissimo disco di canzoni direttamente da Shangai di cui volevo parlarvi da tempo ma mi sono sempre dimenticato. Buon ascolto.
DON ZILLA, “Ekizikiza Mubwengula” (Hakuna Kulala, 2021)
Partiamo fortissimi con il disco d’esordio di Don Zilla, producer di Kampala (Uganda), uscito per la locale Hakuna Kulala. Nove tracce dai suoni post-industriali in cui si esplorano generi e sottogeneri dell’elettronica votata al clubbing, seguendo la personale visione ed evoluzione di Don Zilla. Consigliatissimo per gli amanti del clubbing ‘da ascolto’ e ai fanatici dei ritmi veloci.
REY SAPIENZ & THE CONGO TECHNO ENSEMBLE, “Na Zala Zala” (Nyege Nyege Tapes, 2021)
Per chi è attento ai suoni che arrivano dall’Africa, Kampala significa in primis Nyege Nyege. Ed è proprio per quest’etichetta che esce il disco di debutto di Rey Sapienz, fondatore della sopracitata Hakuna Kulala e figura di riferimento per i producer ugandesi. Fonda insieme al percussionista Papalas Palata e al rapper Fresh Dougis il progetto Congo Techno Ensemble. Il disco mescola forme musicali tradizionali con la visione avant ed elettronica del progetto, rendendo “Na Zala Zala” una delle uscite più interessanti dell’estate appena trascorsa.
SPACE AFRIKA, “Honest Labour” (Dais Records, 2021)
Terzo disco che oggi vi presento, e forse anche il più interessante dei quattro presenti, è il nuovo lavoro degli Space Afrika, “Honest Labour”. In questa uscita il duo di Manchester si concentra principalmente sulla ripetizione di sample e di texture sonore che rimandano a un ambiente di un (non)passato sonoro, malinconico e fumoso (aspettate che lo dico per far contenti gli intelligenti: HAUNTOLOGICO). Da ascoltare più e più volte per penetrare le trame sonore che lo avvolgono.
SHUSHU, “Sweet Verses Dying Like Roses” (Genome 6.66 Mbp)
Come dicevo sopra, i tre dischi precedenti avevano l’Africa come punto comune (per Zilla e Sapienz l’Africa vissuta, per gli Space Afrika quella degli antenati) per questo ultimo disco, uscito sulla mitica Genome 6.66 Mbp che ha visto nelle sue fila molte delle cose più interessanti uscite dall’estremo oriente negli ultimi dieci anni, non c’entra niente nè a livello tematico nè sul paino sonoro. Il disco di Shushu è infatti un disco di canzoni pop, ovviamente rapportate al 2021, di una leggerezza e malinconia che scioglieranno anche i cuori più aridi. Una manina in questo lavoro ce l’ha messa anche il guru della nuova scena cinese Organ Tapes, che ha lavorato al mix, e del quale si sente una discreta influenza.