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Fuori luogo un bel po’, questi The Wonder Stuff. Con la loro perfezione formale alla James, le strutture melodiche spavalde e pompose alla U2, gli echi dei Mission, non nel 2006 dovevano far uscire “Suspended By Stars”. Il 1990 sarebbe stato l’anno giusto, il ’93 o il ’94 poteva finanche andare bene, per non dire che nel 1987 un disco del genere avrebbe fatto sfracelli risultando anticipatore di certo pop inglese algido e un po’ sostenuto ma pur sempre di buona fattura.
Cosa dirne oggi? Che “Suspended By Stars” appare superato. Una bella canzone va oltre ogni altra logica, moda, tempo o genere, si potrà dire, ma quando certi territori musicali sono stati esplorati in lungo e in largo si fa fatica a non rimanere con un po’ di acquolina in bocca anche di fronte a discreti pezzi. La padronanza della materia sonora c’è eccome, non si possono bollare canzoni a tratti davvero coinvolgenti come “Say It Aint’ So” o “Give Us What We Want” come un prodotto da scartare a priori, ma l’esame più vero e risolutore è la voglia di rimettere il cd nel lettore: più questa si manifesta, più un album può essere riconosciuto come essenziale, non è vero? Gli Wonder Stuff, purtroppo, non fanno questo effetto.
Una volta ci piacevano questi dischi, avremmo eletto “Suspended By Stars” campione della settimana, cassettina da passare ai pochi amici fidati che avrebbero potuto capire, oggi ci appare un solo un prodotto retrò che non stupisce.