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di Elena Guarneri
MANTOVA – Lo abbiamo intervistato dopo il concerto di Mantova del 20 maggio al Teatro Bibiena all’interno della rassegna “Mantova Jazz 2001”.
Una data extra-tour, in cui Capossela avrebbe dovuto esibirsi con Pascal Comenade. Ma così non è stato: a causa di un imprevisto, il cantautore italiano era da solo con la sua musica e i suoi strumenti.
E così ci ha accolto: all’una di notte, nel suo camerino pieno di “cose tirate fuori dallo scantinato”. Così come i suoi strumenti, che sembrano appena fuoriusciti da polverosi meandri, da chissà dove…
“Una notte sul canale di Lubecca
in una vecchia fabbrica di polvere da sparo
lì giacciono nella polvere accatastati
i vecchi pianoforti
sull’attenti come vecchi maggiordomi,
e in quelle casse sorde e impolverate
giace il silenzio
di milioni di canzoni…”
“I pianoforti di Lubecca”(da “Canzoni a manovella”)
Kalporz:Nei tuoi lavori ci hai sempre fatto ascoltare musiche che hanno origine oltre confine. In questo momento c’è una cultura musicale che ti affascina particolarmente e che vorresti esplorare?
Capossela: No, non ce n’è una in particolare, anche se sono sempre molto legato alle musiche che vengono dall’Est europeo. In realtà questo concerto è stato per me un modo di esplorare situazioni nuove. Ci tenevo molto, a fare qualcosa con tutti gli strumenti di cui ho piena la casa, ma che fino ad ora erano rimasti nascosti. Volevo far venire fuori delle sonorità impreviste. Come togliere un vestito alle canzoni, denudarle dalle sicurezze su cui un concerto normalmente fa leva. Denudandosi le canzoni volano, vanno via come palloncini…
“…Signora Luna che mi accompagni
per tutto il mondo
puoi tu spiegarmi
dov’è la strada che porta a me
forse nel sole
forse nell’ombra
così par esser
ombra nel sole
luce nell’ombra
sempre per me…”
“Signora Luna” (da “Canzoni a manovella”)
K: Cesare Pavese ha scritto: “Un paese ci vuole, non fosse per il gusto di andarsene via.”. Per te è più bello partire o tornare?
C: Tornare. A partire sono capaci tutti. Comunque, se potessi scegliere, non sceglierei nessuno dei due. Vorrei restare, per far attecchire delle muffe, delle abitudini…
“…Ecco qua
regala perle al vento
e ne regalo anch’io
la luna sul tuo volto
la luce sul mio nome
il sipario resta
io me ne vado via…”
“Resto qua” (da “Canzoni a manovella”)
K: Siamo in giorni in cui si parla tanto di cinema, per il Festival di Cannes. Ti senti attratto da questo mondo? Ti piacerebbe rifare un’esperienza cinematografica?*
C: Ma io non ho mai fatto cinema! Scherzi a parte, mi piacerebbe fare un’esperienza cinematografica seria. Fare cinema è del tutto fortuito e il cinema dipende da troppe persone. Non è come la musica, che uno può fare da se’. Con una canzone si fa tutto…
* Capossela ha avuto una piccola parte nel film di Altan e Staino “Non chiamatemi Oscar”, del 1992.