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A cinque anni di distanza da Plunge torna Fever Ray con “What They Call Us”, un nuovo singolo carico di pulsazioni inquiete, scosse cinematiche e ombre misteriose e alienanti che inseguono l’ascoltatore dall’inizio alla fine. Si riparte, insomma, dove ci si era lasciati, con quell’electro-pop interstellare e melanconico che tanto a fondo ha inciso negli ultimi vent’anni circa.
Dietro il moniker di Fever Ray si cela Karin Dreijer, che insieme al fratello Olof forma anche i The Knife, altro punto di riferimento fondamentale nel contesto elettronico degli Anni Duemila. Otto anni erano trascorsi tra il debutto discografico omonimo di Fever Ray, uscito nel 2009, e l’altrettanto eccellente sophomore album, Plunge, dato alle stampe nel 2017. Da allora un album di remix e uno live e nessun nuovo inedito fino a due giorni fa. Il ritorno in grande stile di Dreijer comprende anche il fratello Olof in veste di produttore: i due non collaboravano dal 2014 e anche questa, dunque, è una grossa novità. “What They Call Us”, seducente e ipnotica, contiene in sé tutto il meglio che Fever Ray ci ha dato in pasto negli anni, dalle scorribande sonore vertiginose e glaciali alle nervose dinamiche che affollano come spettri il brano. Anche il video è bellissimo, degna controparte visuale della musica, che conferma il valore della proposta artistica dei fratelli Dreijer.