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Un weekend entusiasmante e all’insegna dei grandi nomi e dei ricordi, quello andato in scena a Rimini tra mare e collina. Partendo da venerdì 9 Giugno al Rockisland (zona porto) con i DJ dello Slego, fondamenta di tutta la scena rock tra ballo e concerti – ci passarono X, Gun Club, Died Pretty, Blur – durato dal 1980 fino all’alba del nuovo millennio: a colpi di new-wave, ska revival, garage rock ma anche drum’n’bass e elettronica sono intervenuti tutti gli amici della prima ora di Thomas Balsamini, omaggiando chi ci ha recentemente lasciato – Franco Fattori e Lou Pesaresi.
Sabato 10 è invece dedicato all’elettricità creata sui palchi Francesca da Rimini con Marrano, The Doormen e Cazale a guidare un roster di band del territorio, e in Piazza Malatesta dalle 21 con gli Skunk Anansie, portando lungo la giornata (aperta e chiusa dai DJ del Velvet con le 500 hit della storia del locale) oltre tremila spettatori. Gli Skunk avevano già suonato al Velvet in due occasioni: nel 1995, da esordienti in Italia di spalla ai Therapy? e due anni dopo, con il nuovo album “Stoosh” ad attestarsi nella top 40 UK. L’immagine da pantera di Skin che si arrampicava sull’impianto di casse sorretta dal muro aggressivo dei musicisti è stampato indelebilmente nella memoria e si ripete oggi, con una “Charlie Big Potato” cantata per intero in diving sulle prime file.
Tra pezzoni ancora vincenti quali “Intellectualise My Blackness” e “Hedonism” si viaggia nel mondo sonoro e culturale dei londinesi, equilibrando le sfuriate heavy rock con le ballate femministe e di impegno sociale. Un grande entusiasmo accoglie anche le tracce post reunion: “Love Someone Else”, “God Loves Only You” e “My Ugly Boy” tra gli highlights, in una formula che suona a metà tra Muse e Jane’s Addiction. Ace (chitarra), Mark (batteria) e Cass (basso) dimostrano di essere in forma quanto Skin, alla quale nei momenti più tirati funge da sparring partner Erika Footman – con loro da “Black Traffic” – alla seconda voce e tastiere; dietro di loro Castel Sismondo, che unito a luci ed effetti di scena genera sensazioni da brividi. Degli encore “Little Baby Swastikka” è il loro inno antifascista, a precedere una minimale “You’ll Follow Me Down”, dedicata a tutta la gente del Velvet.
Domenica 11 Giugno ci si trasferisce “nel luogo del delitto”. Ovvero il Birrificio Baldoria, sorto sulle ceneri del Velvet Factory sei anni fa. Ciò che resta è il lago e gli organizzatori del festival, tra cui Lucia Chiavari (moglie di Thomas) e Mirco Veronesi, hanno la bella pensata di collocare un palco lì nel mezzo, sfruttando la larga banchina di attracco. Inizia così l’ennesima rotation di DJ per giungere alle 18.30 ai live dei grandi amici del Velvet: il compositore e artista visivo Roberto Paci Dalò, Andy dei Bluvertigo – nei suoi must “Heroes” di David Bowie – e Cristina Donà, che inaugura il set con “You Do Something To Me” di Paul Weller, non a caso scelta anche per il documentario realizzato su Thomas, e propone le magiche “Universo”, “Invisibile”, “Triathlon”.
Sale poi Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, e anche qui scende una lacrimuccia tra “La Canzone Che Scrivo Per Te” feat. Skin e la formidabile “Nuotando Nell’Aria” cantata da tutti i presenti e ballata chissà quante volte in pista grande; “Old Man” di Neil Young – stessa idea avuta da Beck di reimmaginarla – gasa ulteriormente una audience che freme per i due amatissimi gruppi principali che si esibiranno di lì a poco. I Verdena trasgrediscono per così dire la regola del “no elettrico” con un Alberto al solito libero di jammare, proponendo le canzoni più nuove dell’intero festival (“Pascolare”, “Chaise Longue”, “Volevo Magia”) e due episodi di qualità come “Identikit” e “Trovami Un Modo Semplice Per Uscirne”; mentre i Subsonica riportano l’atmosfera visionaria alla Grateful Dead in una dimensione europea, o al massimo contaminata dal dub-reggae per “Mellow Mood” (Bob Marley circa 1973). Si susseguono toccanti versioni di “Incantevole”, la pogabile “Liberi Tutti”, “Lasciati”, una “Preso Blu” in cui sembra davvero piovere guardando il respiro dei pesci nel lago e le immancabili “Tutti I Miei Sbagli”, in un abito post-rock alla Sigur Ros, e “Discolabirinto” scritta, leggenda vuole, proprio con in mente il Velvet.
Un come-back in grande stile per il marchio riminese, insieme al suo pubblico che ha sostenuto accedendo agli eventi di venerdì e domenica la ricerca dell’Associazione Italiana Leucemie. Thomas Balsamini lo ha visto da lassù orgoglioso, ne sono certo.
Foto al Lago del Velvet di Cristina Donà