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“Cannibal Dreams” è il nuovo album dei Flame Parade, un percorso raccontato da dieci tracce oniriche e dilatate con echi dream-pop e shoegaze, uscito su Materiali Sonori.
Grazie alla preziosa contributo della cantautrice, producer e sound engineer Matilde Davoli, le narrazioni eteree e sognanti dei lavori precedenti della band evolvono in questo album verso nuovi percorsi artistici. Quello che prende vita è un prodotto legato all’identità della band ma profondamente influenzato dalle nuove sperimentazioni. Il primo singolo estratto, “One of These Days I’ll Steal Your Heart”, esprime alla perfezione il nuovo universo ricercato dei Flame Parade, segnando con fermezza una nuova naturale evoluzione della band toscana.
La storia dei Flame Parade ha inizio nel 2012 in un antico casale toscano, dove la band dà forma alle prime sperimentazioni e affina il suo background folk, raggiungendo un sound ricercato e contemporaneo a partire dal primo EP “Berlin” e dal primo album “A New Home”. Nel 2020 tornano con un nuovo album dal titolo “Cosmic Gathering” (sempre uscito su Materiali Sonori come i precedenti). Un disco che perfeziona insieme all’EP “Echoes” del 2021 le atmosfere new folk che appartengono al background della band, andando a mescolarsi a sonorità pop di respiro internazionale, guardando a band come Arcade Fire, Foxygen, Kevin Morby, Devendra Banhart, Fleet Foxes.
Si sono da poco esibiti al Mengo Music Fest di Arezzo insieme, tra gli altri, a Baustelle e Motel Connection e il 4 agosto suoneranno al Phoenix Fest di San Giovanni Valdarno (AR) in apertura a Lucio Corsi.
Per l’occasione Marco Zampoli, Letizia Bonchi, Francesco Agozzino e Mattia Calosci ci hanno rivelato quali sono state le 7 ispirazioni nella gestazione di “Cannibal Dreams”, registrato al Sudestudio di Guagnano, in provincia di Lecce.
1. Twin Peaks
Una serie che ci ha letteralmente cambiato la mia vita, ha aperto il mondo onirico che era
già presente dentro di noi, un varco in cui siamo caduti senza possibilità di uscita. Il sound
della colonna sonora, le atmosfere noir, i colori e tutto l’immaginario sono stati importanti
per “Cannibal Dreams”. Anche i testi del nostro ultimo album e i videoclip dei singoli “One
of These Days I’ll Steal Your Heart” e “Ballad of the Ghost” hanno un mood surreale.
2. “Depression Cherry” dei Beach House
Questo disco ci travolti e messi tutti d’accordo. Era questa la via che dovevamo prendere:
dream-pop e accenni shoegaze ora caratterizzano la band. Il titolo ha ispirato anche l’idea
dell’artwork dell’album e delle parole CANNIBAL e DREAMS, un contrasto forte che suona
bene e che in qualche maniera rende l’idea di un disco inquieto e sognante allo stesso
tempo.
3. La colonna sonora di Labrinth della prima stagione di “Euphoria”
Un’altra serie importante per il nostro disco, con una grandissima colonna sonora di
Labrinth che ha dato il cambio di rotta alla seconda traccia del disco, “December”.
L’elettronica e lo scenario di una puntata in particolare hanno dato il la alla stesura del
testo e al mood del pezzo, che in una fase iniziale aveva preso una direzione totalmente
diversa.
4. Il nostro territorio
Siamo da sempre legati alla nostra terra, per l’esattezza il triangolo verde tra Firenze,
Arezzo e Siena. Ne andiamo orgogliosi proprio perché la band si è formata nel 2012 in un
casolare immerso in un bosco sotto alle famose “balze” (il Gran Canyon toscano), che
inizialmente ispirò sonorità folk e acustiche. Certamente si cambia, si evolve e siamo molto
curiosi di sperimentare altri suoni e immaginari, in questo riusciamo a farci ispirare e a
plasmare a nostro piacimento il luogo dove viviamo.
5. “I’m Calling You From My Dreams” di Matilde Davoli
Non possiamo non citare Matilde DAVOLI e questo suo disco del 2015 che abbiamo letteralmente divorato. La prima volta che L’abbiamo vista dal vivo a Firenze ci siamo innamorati e da lì è partita l’idea di chiederle di produrre un nostro disco, solo che all’epoca non eravamo pronti.
Non ci abbiamo pensato due volte a contattarla durante la scrittura di “Cannibal Dreams” ed è stata entusiasta di lavorare con noi, rivelandosi di forte ispirazione come musicista e come persona. Viva Matilde e viva il Sudestudio di Lecce.
6. Gli avvenimenti storici
Gli ultimi anni – non è una novità – hanno cambiato in modo radicale la società e noi,
esattamente come tutti, non siamo più gli stessi di 5 o 6 anni fa. Stiamo vivendo un
momento storico importante, il cambiamento socio-culturale ha ispirato l’essenza e
l’immagine in parte futuristica che volevamo dare al nostro disco. L’uso di sintetizzatori,
pad elettronici e altre varie diavolerie di Matilde ci piace pensare siano state la chiave per
un sound più contemporaneo e un linguaggio che permettesse al nostro messaggio di
arrivare a più persone possibili.
7. Il Tramonto di Porto Palo, in Sicilia
Ultimo ma assolutamente fra i primi in ordine di importanza della stesura del disco.
Durante un piccolo tour in Sicilia ci siamo presi qualche giorno di vacanza in un campeggio
che si trova esattamente nella punta più in basso d’Italia. Inutile dire la bellezza di quei
tramonti e il bagaglio di emozioni che ci ha regalato. Abbiamo cercato di descriverlo in
“South Sunset”, ma non basterebbero altri 10 dischi. La Sicilia in generale è la nostra
seconda casa e la nostra seconda famiglia.