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#Richiami
Guardate bene questa foto. Tre dei quattro ragazzi, escluso il secondo da sinistra Terry Six, oggi non ci sono più: Adam Cox, Matt Fitzgerald e Jeremy Gage non sono sopravvissuti a quell’incidente in furgone di un maledetto 20 Luglio 2003 che ha messo fine agli Exploding Hearts da Portland.
Oggi la Third Man di Jack White ripubblica il loro unico LP, uscito per la Dirtnap e Screaming Apple Records nell’aprile di quell’anno dopo alcuni singoli promettenti quali “(Making) Teenage Faces” poi inclusi nella compilation “Shattered” (2006). Le note del gatefold – ricco di fotografie d’epoca – sono curate dal chitarrista Terry Six che descrive la registrazione dell’album, prodotto da Pat Kearns in sedici piste su nastro analogico e missate dalla band manualmente con colla e nastro adesivo.
Nella lezione dell’Elvis Costello di “My Aim Is True” per “Jailbird” e con il testimone di Alex Chilton per “I’m A Pretender” – che ne aveva individuato una hit: Cox gli chiese di produrla ai tempi della sua prima band. In “Rumours in Town” splende la Rickenbacker welleriana di Six mentre “Modern Kicks” veste di punk una composizione dei Flamin’ Groovies. Inoltre vengono rispolverate “Busy Signals” e “So Bored” dalle sessions, esemplari di un gruppo mai uguale a sè stesso nella melodia jangle di quest’ultima, e che avrebbero meritato maggiori fortune.
“There are a lot of things that I don’t listen to from my past or are just like, cringe for me. But this isn’t one of them. And I’m really proud of this album and ….I don’t have a bad memory about it. It’s all positivity for me.” Terry Six racconta così le vicende di quattro ragazzi fan di Buzzcocks e Ramones che avevano trovato una formula irresistibile di suonare power-pop nel nuovo millennio, come solo i Fevers e, in ambito indie, i New Pornographers. Guadagnando il consenso di Pitchfork con un 8.8 ai tempi e il nostro, oggi e per sempre.
92/100
Foto di Christi Branchau