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#LoSpazioBianco
Zerocalcare è una figura strana, per lo scenario culturale italiano. Strana perché difficilmente inquadrabile, capace di spaziare con naturalezza e senza apparente contraddizione da fumetti leggeri di vita quotidiana a reportage su tematiche sociali e internazionali complesse, mantenendo un registro fortemente popolare.
La “fedeltà alla linea” – dove la linea è rappresentata da quell‘impegno politico dal basso nel quale si è da sempre riconosciuto e per il quale si è speso attivamente più volte e in diversi modi – si è presto palesata quando l’autore ha deciso di iniziare una specie di “produzione parallela”, nella quale poter parlare non tanto di sé stesso ma di situazioni ben più grandi che gli stavano a cuore: libri best-seller come Kobane calling e No sleep till Shengal sono lì a ricordarci come Zerocalcare non si sia tirato indietro e abbia usato la fama raggiunta in precedenza per diffondere racconti di un certo tipo in maniera molto più capillare di quanto non sarebbe stato altrimenti.
Accanto ai libri per BAO Publishing, l’impegno divulgativo del fumettista di Rebibbia si è coniugato anche nella collaborazione con la rivista Internazionale, che negli anni ha ospitato diversi mini-reportage a fumetti dell’autore e vari suoi contributi su situazioni di attualità.
Recentemente questo rapporto umano e professionale è sfociato in una serie di storie brevi, disponibili anche online, dedicate alla vicenda di Ilaria Salis e raccolte sotto il titolo Questa notte non sarà breve.
Le potete leggere dal sito di Internazionale, con i capitoli successivi linkati in calce alla pagina, ma potete recuperarle anche nel volume pubblicato da Momo Edizioni, che con parte del suo prezzo di copertina (tolta la parte di copertura delle spese) si impegna a finanziare una cassa di solidarietà in supporto a chi è tutt’ora coinvolto in quei processi.
Detenuta da febbraio 2023 a giugno 2024 in un carcere di Budapest1, la quarantenne italiana è accusata di aver partecipato a un pestaggio ai danni di due neonazisti presenti nella capitale ungherese durante “i giorni dell’onore”, celebrazione in cui le estreme destre di tutta Europa ricordano quando nel 1945 le SS di Adolf Hitler cercarono di respingere l’assedio a Budapest da parte dell’Armata Rossa, oltre che di essere membro dell’organizzazione antifascista Hammerbande, considerata terrorista in alcuni paesi europei per via delle loro aggressioni a colpi di martello nei confronti di neonazisti.
Il suo caso è però salito alla ribalta della cronaca nostrana solo nella primavera di quest’anno, con il processo nel quale la nostra concittadina è comparsa ammanettata, incatenata, con ceppi alle caviglie e trascinata in tribunale per un guinzaglio, immagine che ha subito avuto una grossa eco sulla nostra stampa e televisione.
Per gli elementi in gioco, il caso aveva tutte le caratteristiche per detonare a livello mediatico su fronti diversi, divenendo a un certo punto argomento “divisivo”, per usare un termine in voga.
Zerocalcare questo lo sa, così come è cosciente che l’occhio di bue dell’attenzione mediatica dura poco, e perciò decide di raccontare la vicenda con le sue skills, cioè con il linguaggio del fumetto ma soprattutto con la modalità comunicativa che gli è propria e che ha sviluppato in questo decennio, impegnandosi a tenere per quanto possibile alta l’attenzione sul caso anche quando giornali e telegiornali avranno altre notizie a cui dare risalto, e recandosi personalmente a Budapest per assistere al secondo processo e per fornire quindi un racconto di prima mano sulla situazione.
Condizionato com’è dall’ansia di essere frainteso, banalizzato o incasellato, il fumettista ha da sempre utilizzato molto spazio delle sue storie per spiegare tutti i se e i ma del caso e per mettere i puntini sulle i dei propri discorsi, sia nei racconti più personali che, a maggior ragione, in quelli incentrati su temi generali e delicati.
Questo eccesso di prudenza potrebbe facilmente scadere in una prosa farraginosa e didascalica, ma la verve dell’autore lo mette quasi sempre al riparo da questo rischio grazie all’ironia, al meta-linguaggio e alla scanzonatezza con cui si approccia ai suoi “disclaimer“.
Ma non solo: tale approccio lo rende forse uno dei pensatori – e mi perdoni Michele Rech per questo termine – più pluralisti attualmente in circolazione nel nostro Paese.
Questa notte non sarà breve è un perfetto esempio di quanto espresso.
In un momento storico in cui tutti, dagli intellettuali all’uomo della strada, sono sempre fieramente convinti della bontà delle proprie opinioni rifiutando categoricamente di assumere anche solo per un momento il punto di vista opposto al proprio, Zerocalcare mette in campo un’operazione dialettica quanto mai delicata e rischiosa.
Come ha dichiarato in Zerocalcare, tra virgolette, podcast pubblicato recentemente da Il Post di Luca Sofri, l’autore non si ritiene certo “democristiano” nelle proprie idee ed esternazioni, ma la differenza la fa il modo in cui decide di parlare di un certo argomento.
In altre parole, è fortemente convinto di quello in cui crede e del sistema di valori in cui si rispecchia, ma questo non gli impedisce di cercare di capire e di trovare, perché no, un punto di contatto anche con “l’altra parte”.
Di più: ho spesso l’impressione che questa sua produzione cerchi di parlare anche (e forse soprattutto) a chi la pensa diversamente da lui su quei temi, e questo vale anche per il caso Salis.
L’uso costante del contraddittorio, a cui è ricorso in più occasioni ma che in questo caso forse più che mai appare sistematico, è un ottimo modo innanzitutto per poter confutare preventivamente le obiezioni più prevedibili che possono arrivargli ma a mio avviso anche per riflettere criticamente su quanto sostiene. Una dinamica propria della filosofia come esercizio dialettico e riflessivo e di cui c’è bisogno come il pane nel dibattito sociale contemporaneo.
Disegnare un personaggio che contrapponga idee diverse da quelle dell’autore su un tema molto delicato come la natura del carcere, ad esempio, permette a Zerocalcare in prima battuta di mostrare la propria consapevolezza di questo tipo di opinioni e delle argomentazioni a sostegno delle stesse, e in secondo luogo di poter rispondere per esplicitare meglio le proprie motivazioni sull’argomento.
Anche il ragionamento semantico sull’uso della parola nazisti viene scandagliato sotto visioni contrastanti; è chiaro che il punto di arrivo di tutto ciò è sempre l’opinione dell’autore, ma non viene mai presentata come un manifesto, quanto piuttosto come un continuo esercizio di analisi e autoanalisi.
L’approccio non è privo di limiti, sul fronte fumettistico: a livello di regia della tavola, molto spesso queste storie presentano il protagonista che “guarda in camera” o comunque personaggi decontestualizzati che parlano. La struttura della pagina è poco dinamica e il disegno appare drammaticamente accessorio.
L’artista si riscatta però quando ha modo di usare le vignette per rappresentare allegorie, come l’immagine del pozzo nel quale Ilaria Salis e altri come lei sono caduti nel momento in cui sono stati arrestati in Ungheria. Lì la struttura della pagina e il modo stesso di disporre i riquadri e le didascalie, scritte su sfondo nero e dai bordi irregolari, comunica molto anche visivamente e il mezzo fumetto si riappropria della sua funzione.
Questa notte non sarà breve è nato da un’esigenza molto sentita dall’autore, e questo si avverte in maniera potente.
In mano ad altri, questo impeto avrebbe potuto tradursi in qualcosa di monolitico, in un’invettiva o comunque in un pensiero a unica voce rivolto solamente a chi già condivideva quella visione.
Zerocalcare mette in atto un’operazione concettualmente diversa, problematizza la situazione e cerca di trovare conferma alla sua visione delle cose attraverso lo specchiarsi nelle opinioni opposte alla sua, provando a spiegare di riflesso le sue argomentazioni.
Se non è una forma di pluralismo questo.
Abbiamo parlato di:
Questa notte non sarà breve
Zerocalcare
Momo Edizioni, 2024
96 pagine, brossurato, bianco e nero – 12,00 €
ISBN: 9791280298607
Di Andrea Bramini Classe 1988, disneyofilo di ferro. Il suo mondo sono i territori del fantastico.
- attualmente Ilaria Salis è libera, tornata in Italia grazie all’immunità parlamentare ottenuta in seguito alle elezioni dei membri del Parlamento Europeo dell’8 e 9 giugno 2024, nelle quali è diventata europarlamentare come rappresentante del partito italiano Alleanza Verdi Sinistra, che l’aveva candidata ↩
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