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“Ensoulment” è l’insperato ritorno discografico dei The The

Matteo Maioli

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“This Is The Day”, venerdì 6 Settembre 2024: un giorno atteso da quasi venticinque anni.

Matt Johnson aka The The sta per pubblicare un nuovo LP, per poi affrontare un tour tra Nord Europa, Stati Uniti e Australia durante l’autunno. “Ensoulment” esce per Cineola/earMUSIC e offre dodici brani dal tocco inconfondibile tra new wave, soul, folk notturno e blues moderno come solo lui ha saputo fare (ce lo racconta benissimo il Solaro qui) dal 1979 a oggi.

Infatti nonostante si contino solo cinque album di materiale originale – “Soul Mining” (1983), “Infected” (1986), “Mind Bomb” (1989), “Dusk” (1993) e “NakedSelf” (2000) – Johnson è stato una presenza costante nella scena musicale britannica anche grazie a riuscite soundtracks (“Moonbug”, “Hyena”…), installazioni artistiche, documentari e un forte impegno sociale. Attraversando lutti come la perdita del fratello maggiore Andy “Dog”, artista visuale e collaboratore alla veste grafica di The The anche in “Ensoulment”, e un tumore alla gola fortunatamente debellato.

Registrato a Londra, il nuovo progetto vede coinvolti con Matt James Eller al basso, il tastierista DC Collard, Earl Harvin alla batteria e percussioni e il chitarrista e co-autore Barrie Cadogan (già con Paul Weller, The Heliocentrics, Primal Scream…), a cui aggiungere infine lo storico produttore dei suoi album degli anni ottanta, Warne Livesey. E a sentire i primi estratti c’è da leccarsi i baffi.

Di seguito la tracklist dell’album, che non contiene i tre inediti pubblicati dal ritorno del 2017 – “We Can’t Stop What’s Coming”, “$1 One Vote” e “I Want 2 B U”, tutte da recuperare su 45 giri:

1. Cognitive Dissident
2. Some Days I Drink My Coffee By The Grave Of William Blake
3. Zen & The Art Of Dating
4. Kissing The Ring Of POTUS
5. Life After Life
6. I Want To Wake Up With You
7. Down By The Frozen River
8. Risin’ Above The Need
9. Linoleum Smooth To The Stockinged Foot
10. Where Do We Go When We Die?
11. I Hope You Remember (the things I can’t forget)
12. A Rainy Day In May


Photo Credit: Helen Edwards

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010