Matt Johnson (The The) non è l’unico a pubblicare un album dopo oltre vent’anni (quest’anno). Esce infatti per la Numero Group un nuovo disco dei Karate. “Make It Fit” è il loro settimo lavoro di studio, insperato ma non troppo visto che il trio di Chicago aveva già ricominciato a suonare dal vivo – con date al Primavera Sound, Pitchfork Festival e un tour italiano durante l’estate 2022.
Registrate con il collaboratore Andy Hong, le dieci canzoni mostrano due lati della stessa medaglia, ponendoci l’eterno interrogativo di quanto un album di una band tornata insieme sia valido al confronto del suo nobile passato. Da una parte sicuramente Geoff Farina (chitarra e voce), Eamonn Vitt al basso e Gavin McCarthy alla batteria si sono divertiti a realizzarlo: basti ascoltare l’ammaliante “Fall To Grace” e i tanti nostalgici del loro jazz-rock ringrazieranno. Dall’altra troviamo però qualche momento fuori giri e dalla scrittura meno convincente – “Bleach The Scene”, tra Cream e lo Stephen Malkmus degli anni zero – e un certo manierismo in “Three Dollar Bill”.
In vari brani di “Make It Fit” emerge l’amore per il power-pop, l’hard-blues e i Clash già mostrato nel progetto Exit Verse (“Defendants”, “People Ain’t Folk”). Tutte ottime performances, ma non di canzoni destinate a restare. Meglio gustarsi l’intimista eppur fiduciosa “Silence, Sound” (“Revise/Retooling/Tear It Up And Start Again”) o la tensione piano/forte che solo Geoff Farina sa creare con quella maestria di “Liminal”, questa veramente degna delle pagine di “The Bed Is In The Ocean” o “Unsolved”. Un bel divertissement è anche “Rattle The Pipes”, a ricordarci quanto ci mancano i Fugazi.
Musicisti ineccepibili i tre amici originari di Boston, da lì stabilitisi a Chicago e poi intorno al mondo, dove hanno portato la loro rabbia gentile.
66/100
(Matteo Maioli)