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Come sempre, a fianco delle produzioni ufficiali per la Geffen, i Sonic Youth si divertono ad autoprodursi in follie ed estemporanee collaborazioni. Quella di “Invito al cielo” è però una collaborazione abbastanza speciale: a fianco della band, infatti, in questa circostanza si presenta Jim O’Rourke, padrino indiscusso del cosiddetto “Post Rock”, il suono nuovo di Chicago, che tanta parte ha avuto negli anni novanta, portando alla ribalta nomi del calibro dei Tortoise e dei Gastr Del Sol, band per l’appunto capitanata da O’Rourke prima della sua esperienza solista.
L’indipendenza newyorchese anni ’80 invita dunque nel suo regno dorato l’indipendenza chicaghese anni ’90. Il frutto all’inizio si limita a tre brani, dalla durata media spropositata, per un totale di quasi un’ora di esperienza sonora. Sì, perché di musica vera e propria non si può parlare, quello che i quattro Sonic Youth e Jim O’Rourke propongono è fusione di idee, mescolanza di intenzioni, puro invito al cielo, come evocativamente recita il titolo in italiano del lavoro (che questa tendenza all’italiano sia la diretta conseguenza della vicinanza con i Blonde Redhead?) e come recita anche il brano di apertura.
Per comprendere appieno le potenzialità e l’ideologia alla base del tutto bisogna calarsi senza preconcetti in un mondo contorto che mescola reminiscenze anni ’60 con follie folk rock, sperimentazioni elettroniche con minuti e minuti di feedback e di distorsioni, il tutto condito dalla solita batteria conturbante di Steve Shelley e dal basso di Kim Gordon. Fino ad arrivare all’incredibile suite conclusiva “Radio-Amatoroj”, mezz’ora di tutta la conoscenza del mondo di Thurston Moore, mezz’ora che condensa vent’anni di esperienza musicale, sempre alla ricerca del nuovo, sempre spinto dalla curiosità ma capace di riscoprire, riprendere e analizzare con lucidità il passato senza mai disconoscerlo.
Perché alla base dei Sonic Youth c’è sempre la follia degli esordi, c’è sempre la rabbia ludica degli esordi. E Jim O’Rourke è una delle poche menti attualmente capaci di calarsi in questo universo a parte senza smarrire la strada e senza compromettere l’habitat. Ed è per questo che, a sorpresa, diventerà il quinto Sonic Youth.