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L’aria misteriosa è una raccolta di dieci canzoni che raccontano storie e descrivono stati d’animo in modo leggero, senza troppe pretese, utilizzando un linguaggio semplice e diretto e arrangiamenti musicali di grande classe, curati da Fabio De Min che è anche il leader della band bellunese Non Voglio Che Clara.
Il linguaggio ed i temi scelti da Alberto Muffato, semplici ma non per questo banali e a tratti poetici, vengono proposti ed amalgamati ad arte con arrangiamenti orchestrali di grande spessore, dando vita a canzoni che riflettono una propria originalità e brillano di un fascino del tutto particolare, pur non potendo contare su melodie radiofoniche o ritornelli di immediato impatto.
Le coordinate musicali non si discostano troppo da cantautori quali Bersani (“Aranciata”) e Niccolò Fabi (“Se un giorno”), ma bisogna riconoscere che Alberto Muffato riesce a mantenere una propria personalità artistica anche senza possedere doti canore di eccellente qualità.
Sono proprio le singole canzoni che “funzionano” e luccicano di un fascino magnetico che aumenta mano a mano che si prosegue con gli ascolti.
Si parte con la deliziosa “Le rughe sulla fronte”, vero e proprio inno alla imperfezione come forma d’arte, si prosegue con quella bellissima e personale rappresentazione di vissuto domestico che è “Estate”, raccontata con tale maestria da sembrare quasi una cartolina illustrata, passando per la fascinosa e giocosa “Lucciole” e per “Tempo al tempo”, elevazione della fantasia come valvola di sfogo alle frustrazioni della quotidianità.
Il tempo di ascoltare lontani echi beatlesiani in “Dove lei passa” e la sincopata “Impiegata delle poste” e siamo ai titoli di coda, con i malinconici arpeggi e l’arrangiamento orchestrale di “L’aria misteriosa”, dolce canzone che dà il titolo a questo fascinoso lavoro di Alberto Muffato, cantautore che forse ai più risulterà sconosciuto ma che di sicuro è fin troppo sottovalutato.