Share This Article
I soldi girano a largo dell’hip hop italiano. Le major discografiche hanno colto la fiammata di qualche anno fa, e ora si nascondono. Il duemila è stato un disastro… L’hip hop italiano è morto? Non finché ci sarà Bassi. E qualcun altro, ma Bassi è il marchio. Come nulla fosse, ha pubblicato il suo terzo album solista. Il terzo album perfetto, per giunta. Chi è Bassi? Ex Mixmen, ex Areacronica, sempre più Sano Business, produttore di lungo corso e robusto mc. Dagli albori a oggi, con due album in due anni. Ecco, Bassi è un marziano. Comunque la pensiate sul suo stile, un marziano.
“Rapper Italiano” riprende il discorso di “Classico”. La prima uscita di BusDeez era stata uno spiazzante “Foto di gruppo”. Abituati a esordi di autocelebrazione, di grida, di elementi di liturgia hip hop, la comparsa di Bassi fece strepito. A partire dalla copertina con i bimbi saltellanti nel parco. Inconcepibile. Ma l’album eccelleva. Tanto da sparare questo strano personaggio fra i campioni del nuovo hip hop italiano. Per chi ancora non lo conosceva… Quello che voglio dire è che oltre che mc e produttore, Bassi è un personaggio. E se “Rapper Italiano” continua il discorso di “Classico”, vale la pena starlo a sentire. Perché questo discorso c’è. Il discorso è sull’hip hop. Solo hip hop, solo hip hop italiano. Com’è, com’era (“Come ai vecchi tempi”), come non deve essere. Ad ogni modo, se non vi interessa l’argomento, soggiacerete al flow.
Per divertirvi, “Jeep Music” e “Per i miei gorilla”. Su quest’ultima mettono la firma i Balordi. E sulla bonus track, davvero notevole. Ai piatti due feat pesanti, Dj Double S e Men In Scratch. Danno una mano in produzione Dj Zeta per “Come ai vecchi tempi” e Dj Shocca per “Eight Bars”. Amalgama o forse shackera il tutto Bassi Maestro. L’hip hop italiano ringrazia. Come si fa a non stupirsi? L’unico appunto a “Rapper Italiano” è che “Classico” era meglio. Forse…