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CapaRezza, alias Michele Salvemini, alias MikiMix. MikiMix, ricordate? Lo spilungone che qualche anno fa presentava un programma su Videomusic (TMC2?), con la Maugeri. Con quello pseudonimo aveva provato la via del rap, senza successo. Si ispirava a Tupac… Ma questo è il passato. E, lo dico subito, l’hip hop italiano non passa per CapaRezza.
L’album non è malvagio, e originale lo è di sicuro. A sentirlo sembra rap. Suona così, nelle basi e nel cantato, nella voce. L’identità della musica di CapaRezza però è un’altra, e passa per i testi. Una valanga di versi che ricordano alla lontana Frankie hi-nrg. Non così profondo come Frankie, non così caustico e non così virtuoso. E molto più grottesco. Originale e grottesco… Ma come dicevo non dovrebbe passare per hip hop. Come rap è mediocre. Divertente, simpatico, ma davvero niente di strabiliante. Resta il problema. Se non è rap allora cos’è? Più o meno nello stesso periodo, con CapaRezza è uscito in Italia un album, simile per invenzione e per carica innovativa. Vi parlo del NPE, il Nuovo Processo Armonico. Quelli di “Come se”, tormentone radiofonico dell’anno passato. Ecco, CapaRezza è alla stregua degli NPE un progetto musicale. E nemmeno malriuscito, nonostante il singolo… Il singolo, “Tutto ciò che c’è”, è un inganno, una trappola. Il pezzo è curato, prodotto alla perfezione, arrangiato da un neurochirurgo. Il resto dell’album invece nemmeno si avvicina a tanta cura. Con tutto questo, riserva qualche altro buon momento.
“Mammiamiamamma”, “Mea Culpa”, “Chi cazzo me lo” e così via. Alla fine si ascolta bene. Ma resta un progetto leggerino. La via per salvarlo, per recuperargli la sufficienza, è non prenderlo per rap. Perdonerete la pedanteria, ma questo equivoco è costato a “CapaRezza?!” una valanga di stroncature. Quando capisco che a qualcuno potranno piacere le evoluzioni linguistiche. O il disco tutto, così atipico e scanzonato. CapaRezza, in molfettano testa riccia. Come arruffato e ispido è questo album. Siete avvisati. Certo “CapaRezza?!” non è il doppione di niente, ma se questo sia un pregio non saprei. Può piacere, certo, ma senza esagerare…