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Difficile difficile difficile. Avevo messo su questo “The Platform” pronto al capolavoro. Chessò?, all’album dell’anno. Ora, dopo un paio di ascolti, sono più sereno. Lo manderei senz’altro alle finali di album dell’anno, ma mi è costata fatica, e impegno. Capirai, avevo appena sbullonato dallo stereo l’ultimo del Wu-Tang Clan…
It’s relativity, balance, stability
It’s creativity, talents, ability
Dai Wu all’underground fondo e spietato c’è un bel lasso. E va bene che in copertina i Dilated ci ricordano che “All movements begin underground”, ma pensavo che producendo per la Capitol Records fossero stati costretti ad ammorbidirsi un po’… Niente. C’è solo rap duro e adamantino, in queste sedici tracce. E non è rap duro perché strilla minacce e motherfuckaz ogni due righe, è rap duro per il beat e per gli skills. In Italiano, per il suono e per il carisma al microfono. I testi, poi, sono di quella razza di underground intelligente che si è fatto vivo solo da qualche anno. Mica ovvio, però. Vengono da dove party e leggerezza sono una specie di status esistenziale. Sono californiani come i Jurassic 5, ma come i giurassici sembrerebbero più cittadini di New York. New York di metà anni ’80, pure. Che fatica! Dalla patria del ‘p’ e del ‘g’ funk (Dre and family), e a quindici anni dalla nascita del rap moderno, un passo indietro. Come quindici anni fa, il testo fa lo stesso rumore della base. Più che stringersi insieme, mc e base sembrano rincorrersi. Sono due concorrenti insomma. Il testo ha da dire le sue cose, e lo fa dentro a solchi metrici, non dentro a binari melodici. I solchi metrici però l’mc deve spartirseli con la base… Forse non è molto chiaro. Voglio dire che la base non è una base di accompagnamento. Esiste e suona, e sta all’mc addomesticarla col microfono. Piazzate qualche inetto su una base dei Dilated Peoples e lo vedrete andare a fondo surclassato dal beat. Capito allora cos’è la fatica? “The Platform” costringe a ascoltare due arringhe dove di solito se ne ascoltava una sola. L’arringa del cantato e l’arringa del suonato. Entrambe fuori scala, emozionanti e difficili. E non mi spiegavo cosa ci facessero nella costa ovest, signori come questi. Il suono è di New York, poche storie. Duro, essenziale, acuminato, tutto scratch. Non me lo spiegavo, ma forse è più logico così. A New York, nell’underground di New York, si prova a fare della melodia se non proprio del p-funk. E a Los Angeles, visto che il mainstream è la melodia (e scusatemi per l’approssimazione), si riprovano i cut e gli artigli delle origini. Se siete fra gli estimatori (io lo sono) con la musica dei Dilated sarete fra la vostra gente. Preparatevi per la lacrimuccia…
Platform significa binario. I binari sono le strade della metropolitana, per chiarire che stiamo per estrarre musica dal più tipico degli underground. Vi mancano gli scratch?, siete a casa vostra. Vi serve un messaggio intelligente?, siete a casa vostra. Siete stanchi dei suoni sintetici di Dr. Dre?, siete a casa vostra. Bene, ora vi occorre solo un po’ di resistenza fisica, e di concentrazione, e da “The Platform” non vorrete più uscire. Ci vuole coraggio, però. Perché dovrete procedere da soli, non avrete nessuno a mostrarvi la via. Destinato a hip-hoppers più che abili? E penso proprio di sì. Sia chiaro, “The Platform” lo raccomenderei a chiunque, ma a suo rischio. I Wu ti prendono per mano, i Jurassic 5 ti corteggiano, Eminem ti incendia. I Dilated Peoples ti vogliono con loro, ma sappiate a cosa andate incontro. Nemmeno un easy listening, nemmeno un singolo, le regole della casa sono rigide, i padroni di casa dei signori saggi ma duri. Un po’ più morbide giusto la seconda traccia “The Platform”, “Ear Drums Pop” (anche in remix), e “The Shape Of Things To Come” con Aceyalone. B Real (Cypress Hill) partecipa a “No Retreat” e gli Alkaholiks a “Right On”. Ricompare Defari (del giro Alkaholiks) per il remix di “Ear Drums Pop”. Tutto il resto lo sorreggono i tre Dilated, da lontano, lungo un nuovo confine della qualità. Avrete il fegato di stare lì con loro? Provateci comunque, non sarà tempo perso.