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Niente di scioccante, suggerisce goliardicamente il titolo dell’album. E la copertina, tanto per confermare, mostra due gemelle siamesi nude, sedute su un dondolo con la testa in fiamme. Dopo l’esordio live dell’anno precedente i Jane’s Addiction di Perry Farrell danno alla luce il primo album in studio.
L’inizio di “Up the Beach” dà subito le coordinate per la ricerca del suono del gruppo: distorsione, fragore, compattezza e folle linearità. Il tutto condito da un basso regolare, da riffs urticanti e da una batteria rumorosa. La voce di Farrell spesso viene usata come mero strumento aggiunto. Siamo negli anni immediatamente precedenti all’esplosione del suono di Seattle (altrimenti detto grunge) e i Jane’s Addiction anticipano le sonorità di gruppi come Pearl Jam e Alice in Chains, accostandosi ad un gruppo che sta emergendo nello stesso frangente, i Red Hot Chili Peppers (e infatti Flea suona in “Idiots Rule”, dalla chiara influenza funky).
Splendide le esplosioni di furia e le pause di calma che caratterizzano “Ocean Size” (“Wish i was Ocean Size”), travolgente la carica hard rock di “Had a Dad”. Dilatata, estenuante, arriva la follia di “Ted, Just Admit It…”, che si riallaccia al movimento “no wave” d’inizio anni ’80 (Sonic Youth, Jesus and Mary Chain, Black Flag) pur mantenendo un’attitudine meno punk, mentre il volto dei Pink Floyd fa capolino dietro la facciata di “Summertime Rolls”, improvvisa pausa rispetto al frastuono che l’ha preceduta. Psichedelia nell’epoca punk, psichedelia in un album orgogliosamente low-fi: bè, abbastanza sorprendente, no?
Questa è la filosofia di Perry Farrell, nulla è impossibile se si vuole, mai permettere a nessuno di chiuderci in preconcetti, in cliché, in compartimenti stagni. Una lezione di libertà affascinante, come dimostra la ripresa di “Jane Says”, già proposta nell’album live, ma qui riletta in chiave prettamente acustica, pacificante ballata rock che va ad anticipare il minuto di bossanova da piccolo club del Greenwich Village di “Thank You Boys”. Si chiude con “Pig’s in Zen” un album germinale, fondamentale per ciò che è venuto dopo, di un gruppo durato pochissimo (Perry Farrell fonderà i Porno for Pyros, Dave Navarro sarà la chitarra di “One Hot Minute” dei Red Hot Chili Peppers). Il rock di fine anni ’80, costretto in un limbo, inizia a trovare la sua realizzazione.