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La dance italiana non ha mai avuto alcun complesso d’inferiorità rispetto a quella estera, anzi a volte è stato proprio il contrario. I padovani The Magicake cercano di rinverdire questa buona nostra tradizione associando al lato più propriamente musicale tutto ciò che è sexy visual. Già la bambola gonfiabile in copertina può far pensare che il trio ci giochi molto su questo aspetto, poi basta scorrere i titoli che parlano di sogni in lattice o pelle nera e leggere qua e là che “durante le performance live Dirty Lulu ama muoversi come una Barbie sexy ed arrabbiata” o che si sono esibiti spesso al Cassero di Bologna e si fa uno più uno. Il lato pruriginoso, seppure giocoso, della faccenda finisce ad essere troppo marcato per non far pensare ad un bisogno di coprire la carenza di altri contenuti.
Contenuti che peraltro – a livello di suoni – ci sono: gli alti/medi/bassi sono impressionantemente vividi e strutturati, pronti per essere sparati su casse che tengono carovane di watt, funzionali a far muovere corpi stipati sudaticci in disco non solo italiane. Complimenti alla produzione (in cui ci ha messo le mani anche Pisti dei Motel Connection). Sono i pezzi che mancano del respiro del lungo termine, di quel quid che fa vivere una canzone oltre il suo tempo fisiologico di ascolto, per cui il più delle volte risultano adatti al solo utilizzo in pista o, peggio, pesanti anche per quello.
Tranne che in alcuni casi: l’ipnotica coinvolgente “Plastic Divas”, il bel riff subsonico di “Mary Anne” e la scura ghost-track sono esempi di come i Magicake riescano ad uscire, a volte, dall’involuzione di un’elettronica opprimente che sembra un po’ costruita a tavolino. Ci sono anche i pezzi che rimangono a metà del guado, con qualche riuscita intuizione (la chitarra modello Nirvana di “About A Girl” in “Man In Make Up”, il Titolo-Che-Suona-Bene di “I Was Dancing With Boy George” con un riff martello pneumatico) pur in un complesso di ripetitività e monotematicità.
Non ci interessa indagare se l’electro del disco sia attuale o se forse andava di più qualche anno fa, non ci appassionano le mode del momento. Quello che sappiamo è che un disco del livello della DFA Compilation 2, ad esempio, avrebbe spaccato nel ’94, nel ’01, nel 2007 e continuate voi. Preferiamo ascoltare un cd e capire se ci può dare qualcosa, magari anche nel tempo. E su quest’ultima nostra esigenza, purtroppo, crediamo che i Magicake non possano farci niente.