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Il 1994 è l’anno del suono di Bristol, grazie al successo di pubblico di Portished, Tricky e dei Massive stessi; così l’indefinibile suono di “Blue Lines” ha finalmente un nome: è il trip hop. Non che ce ne fosse tutto questo bisogno, e non che giovi più di tanto alla musica: “Protection” è un album disuguale, in cui brani intensi ed emotivi si intrecciano a suoni “d’atmosfera” talmente rarefatti da sfiorare il vuoto. Sicuramente da ricordare c’è la tenebrosa Karmacoma, un dub allucinato sospinto da una ritmica pesante, su cui si innesta un morboso testo di Tricky. Sul versante opposto c’è il raggio di sole portato dalla lunga title-track, splendida interpretazione di Tracey Thorn degli Everything But The Girl. Non male anche la sinuosa “Sly”, e l’inquieto lamento “rasta” di “Spying Glass”. Per il resto, si oscilla tra pulsazioni cardiache e il pianoforte anemico di Craig Armstrong; ma la cover finale di “Light My Fire” è quasi inascoltabile. Nonostante tutto, l’album è sufficientemente affascinante per fare da trampolino di lancio definitivo al successo commerciale dei Massive, che ben presto sbarcano oltreoceano, chiamati al cospetto di Madonna. Si apre un lungo periodo di collaborazioni e remix, durante il quale i tre di Bristol vengono corteggiati da i più grossi nomi del rock; e per l’album nuovo ci sarà da aspettare un bel po’.