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“Perché amiamo le soluzioni semplici, ma scegliamo ruoli impossibili”. Poliedrico ed ispirato, il secondo disco di Matteo Dainese (dopo “Metodo Di Danza”) è un caleidoscopio di pop elettronico innestato su ritmiche tese, dal tiro funky/sintetico e dai testi arguti, venati di malinconica ironia, come in “Non Prenderli” o nella splendida languidezza di “Mongolia”.
Correre su tre zampe in totale risparmio energetico è la massima da seguire, ma Matteo non si è comunque risparmiato in quanto trovate compositive illuminanti e personali. Aldilà della parata di ospiti (Enrico Molteni, Lorenzo Commisso, Manuel Fabbro, Andrea Appino, Franz Valente ed Enrico Berto) colpisce la coesione progettuale di pezzi dal forte impatto indietronico (la title-track o “Lentiggine”), ma per nulla abbandonati a seguire canoni di genere.
“Raderla Al Suolo” ricorda gli Scisma, “Il Sole E Poi La Pioggia” è un’incursione glitch-pop sghemba e pulsante, “Mago Sul Muro” parte in sella a mille synth per terminare con una folata di benvenute chitarre elettriche. “Cucina” è introversa e un po’ interlocutoria, “Quanto Pesi”, è invece spigliata e “rockeggiante”, come un po’ tutti i pezzi finali, dotati di quell’ispirazione che trabocca ad ogni secondo. Graditissima sorpresa.
70/100
(Giampaolo Cristofaro)
18 giugno 2012