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Tornano i Lower Dens, creatura di Jana Hunter che a ragione del nome che porta dimostra in “Nootropics” di essere una cacciatrice di suoni, ritmiche e vocalità del tutto particolari. Permane in parte il sound di matrice dark-wave del primo lavoro “Twin-Hand Movement” di due anni fa, per arrivare all’ascoltatore con un più ampio registro di soluzioni. Il risultato è un disco che guarda più all’indietronica ed al kraut-rock, più Radiohead che Cure azzardo a dire?
Una mano la danno sicuramente le tastiere del nuovo, quinto membro, Carter Tanton. L’apertura “Alphabet Song” è guidata da un riff di synth sostenuto da chitarre rarefatte e la voce recitativa della Hunter nei panni di Nico; “Lion in Winter pt.2” è meno riuscita, la tastiera suona ossessiva e la ritmica è ripresa dai primi Depeche Mode. Se “Brains” si può indicare come il brano più immediato del disco, “Propagations” ne è la perla, una ipnotica ballata perfetta nel fondere le atmosfere dei Galaxie 500 con le cadenze dei Low. “Nova Anthem” li avvicina ai conterranei Beach House ed è la performance in cui la front-woman dà il meglio di sé; il finale “The End Is The Beginning” potrà dividere nei pareri per lunghezza e ripetitività del tema ma cita coraggiosamente i Velvet Underground senza dimenticare gli ultimi paladini del genere, i Godspeed You! Black Emperor.
“Nootropics” è un lavoro ambizioso che necessita di più di un ascolto, ma i tanti riferimenti alternative lo rendono nel complesso interessante. Ai nuovi Lower Dens manca un pezzo come “Completely Golden”, non certo il coraggio.
72/100
(Matteo Maioli)
21 giugno 2012