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Cinque ragazzi, così differenti per origine, così uguali sul palco. Basta chiudere gli occhi ed in un’ora di concerto i Vadoinmessico sanno trasportarti in mondi esotici dai climi tropicali, o più semplicemente farti rivivere un’estate perduta o un amore di gioventù. Ritmiche contagiose, suadenti melodie e un piccolo teatro come il Petrella diventa un chiassoso pueblo in festa.
Ad aprire la serata il set di Luigi Buccarello aka Derby Sunshine, un altro italianissimo trapiantato a Londra, in bilico tra synth-pop e le atmosfere cinematiche dell’ultimo Anthony Gonzales; di sicuro interesse l’EP autoprodotto con “The Milky Way” ed un remix di “Pepita, Queen Of The Animals”.
Pochi minuti di attesa ed ecco presentarsi tra il timido e l’entusiasta Giorgio Poti, leader di questo ensemble di musicisti impeccabili e versatili all’ennesima potenza che si muovono tra i tanti strumenti, neanche fossero gli Arcade Fire. Come si dice, la parola alla musica. “Pond” accende i motori in salsa acustica, riportando alla mente le ballad malinconiche di Neil Young e Simon e Garfunkel. “Shining Up The Green” è uno dei primi brani composti dai Vadoinmessico, di grande immediatezza e solarità.
Poi viene il primo asso nella manica, per il sottoscritto uno dei pezzi dell’anno, e non per autocelebrarmi, sia chiaro: “Teeo” è un brano senza tempo e in cui il tempo si ferma, forte di un arrangiamento incredibile e di un testo che richiama bellezza e fragilità della vita. C’è spazio in scaletta per l’inedita “Human Friend”, un riff ipnotico che esalta il synth “griffato” con il nome della band. Molte altre belle cose, da “The Adventure Of A Diver”, pezzo da ascoltare distesi su di un’amaca ai Caraibi a “Notional Town” che si distacca dal mood appena descritto con un rock nervoso e una cadenza robotica.
Oltre ad essere artisti a tutto tondo i nostri eroi non nascondono l’amore per folk, psichedelia e indie dei giorni nostri portando in dote un background di tutto rispetto: è innegabile che “Curling Up Your Spine” ricordi vagamente “Goodbye Blue Skies” dei Pink Floyd o “In Spain” sia quasi una briosa versione di “Lorelei” dei Fleet Foxes, che chitarre in stile jangle jangle e qualche furberia elettronica facciano pensare a Django Django e Animal Collective. Nonostante questo gioco di associazioni, i ragazzi mi colgono di sorpresa con il primo bis: che caspita di pezzo è? Giorgio si lancia in un blues elettrico vibrante cantando poche frasi ripetute. A casa Internet fuga ogni dubbio, trattasi di un brano tradizionale ripreso da Emmylou Harris e Alison Krauss per la colonna sonora di “Fratello, Dove Sei?” con George Clooney.
Il finale con “Archaeology Of The Future” è strepitoso e dilatato, con il gruppo che invita al battimani un pubblico conquistato sin dalle prime battute. L’orologio è ancora amico ed il post-concerto regala un dj-set tra ritratti di artisti celebri, tante copie vendute del disco ed autografi in serie. Grazie ai Vadoinmessico: Giorgio, Salvador, Alessandro, Stefan e Joe.
Il set dei Vadoinmessico:
Pond
Shining Up The Green
Teeo
Pepita, Queen Of The Animals
Curling Up You Spine
Human Friend
The Adventure Of A Diver
Fleur Le Tue
In Spain
Notional Towns
Cave
Nobody But The Baby (Traditional)
Archaeology Of The Future
(Matteo Maioli)
4 dicembre 2012