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Prima di tutto vorrei creare un landscape suggestivo di certe atmosfere.
Potremmo essere verso la fine degli ‘50, forse primissimi ‘60, in un quartiere residenziale upperclass americano, di quelli dove strade incorniciate da viali alberati svelano villette bilivelli, con patio e dondolo di serie, giardino curatissimo, e in un angolo pure il barbecue. Famiglia tipo, due figli: un maschio e una femmina; primavera inoltrata, leccalecca e balli di fine anno a scuola. Gonne a palloncino, colori pastello, quadretti e pois, maglioncini di cotone con lo scollo a V, pantaloni alla caviglia, ballerine e mocassini.
Tra uno spazio e una virgola poniamo “Volume 3” di She & Him, e comincia la giornata perfetta della nostra famiglia tipo americana.
La mattina si potrebbe aprire con le note saltellanti e caramellate di “Something’s haunting you” che cinguetta dalla radio durante la colazione a base di pancake e sciroppo d’acero. Parlando della giornata che verrà, si sorride reciprocamente forte delle speranze di un’epoca perduta.
Poi via, a scuola, al lavoro e alle faccende domestiche, con in testa, inconsciamente, le note di “Together”. L’aria è fresca, il sole brillante e ogni incontro, ogni scambio reca con sé le stesse potenzialità di una pignatta gonfia di dolci pronta a scoppiare.
Arriviamo così al pomeriggio, adolescenziale ed entusiasta per i fanciulli che snocciolano i minuti cesellati da “Sunday girl” (ok, edita nel ‘79 da Blondie… ma noi siamo nel bel mezzo del nostro film!) tra dubbi su chi inviterà chi al ballo, e se papà lascerà che si prenda l’auto.
Ma siamo giusto in tempo per la cena, “Turn to white” fiorisce intorno alla voce della mamma che chiama tutti a raccolta intorno al tavolo. Il papà racconta della vendita andata a buon fine, la mamma riprende il ragazzino per i gomiti sul tavolo, la ragazza non sta nella pelle perché dopocena arriverà il suo giovane Lui, e si terranno la mano sul dondolo, teneramente.
A suggellare l’intera giornata “Shadow of love”, della serie la famiglia del mulino bianco ci fa una gran pippa.
Eccolo il viaggio pop sognante che anche stavolta She & Him propongono nel loro terzo lavoro (se escludiamo la raccolta natalizia del 2011). M.Ward è a suo totale agio con le melodie ben strutturate dei pezzi, Zooey Deschanel è sempre perfetta nelle sue corde che s’adagiano sul ricordo di Doris Day e Karen Chandler (omaggiata tra l’altro dalla cover di “Hold me, thrill me, kiss me” nell’album, così come “Baby” ci ricorda l’interprete sixties Ellie Greenwich, prodotta da mostri sacri quali Jeff Berry e George Morton, quest’ultimo scomparso da pochissimo).
Ed è bello, grazie a “Volume 3”, continuare il nostro viaggio indietro nel tempo alla ricerca di quella positiva ingenuità ormai fagocitata dai nostri giorni.
75/100
(Elisabetta De Ruvo)
26 maggio 2013