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L’impressione netta è che Michele Ducci e Alessandro Degli Angioli, artisticamente conosciuti come M+A, abbiano compiuto un passo lungo e decisivo. Il secondo disco del duo, “These Days”, uscito da pochissimo è il lavoro che sta pian piano portando il progetto alla notorietà internazionale. Già il fatto che a pubblicarlo sia stata un’importante etichetta inglese come la Monotreme Records è un chiaro segnale. A pensarci bene, il feeling dei due ragazzi di Forlì con l’estero era già inziato all’epoca del primo album: “Things.yes” ottenne un discreto riscontro prima in Europa e poi, solo in seguito, in Italia.
E diciamo anche che proprio questo lavoro d’esordio ha fatto pensare agli M+A come due musicisti che riuscivano ad esprimersi attraverso macchine e campionatori. Niente di più sbagliato: “These Days” esce da questo semplice schema mentale e mostra tutta la libertà compositiva del duo. Un vero e proprio caleidoscopio di suoni e colori che riempiono i solchi di un disco a tratti dal sapore estivo, come in particolare nel singolo “When” o in “Down The West Side”. Stupisce man mano che si entra nel cuore del disco la varietà di stili che offre il duo emiliano, pur mantenendo integra l’omogeneità del lavoro. In “These days” inevitabilmente i generi e gli stili vengono centrifugati e mescolati, tanto che la ballata lo-fi “B-Song” potrebbe benissimo essere uscita fuori dalla penna del Beck più ispirato. Così come in tanti brani riecheggia tanto r’n’b statunitense e tanto piglio soul (da una parte “Freetown solo” e dall’altra “L.E.M.O.N.”). La ricchezza di questo disco sta nelle continue scoperte che avvengono ascolto dopo ascolto.
E la conferma che avevano ragione gli stessi M+A a dire che per loro l’elettronica è solo un pretesto.
83/100
(Francesco Melis)
10 ottobre 2013