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Molti si dimenticano che cosa sia più importante in un disco, tanto più se è un disco d’esordio: fare belle canzoni. Sembra una banalità, ma spesso capita che si finisca a parlare di altre robe molto meno interessanti: paragoni altisonanti, giudizi affrettati, esaltazioni collettive che non sono altro che coloratissimo fumo negli occhi.
È a tutta questa serie di pericoli che devono stare attenti i Glass Animals da Oxford, ora che fanno uscire il loro primo disco “Zaba”. Di pretesti per parlare di tutto tranne che delle loro canzoni ce ne sono a volontà: “sono i nuovi Wild Beasts“, “sono uguali agli Alt-J“, “guarda che bella la copertina del disco“, “non arrivano al terzo album“, “su Instagram mettono le foto di gattini e coniglietti“. Tutta letteratura che lascio a voi, prego.
Mi interessa molto di più raccontare del disco e delle canzoni che ci sono dentro, e – tanto vale scriverlo subito – sono belle canzoni. Con “Zaba” i quattro ragazzini di Oxford fanno qualche deciso passo avanti rispetto a “Leaflings”, l’EP uscito due anni fa. Tutto suona meglio, pulito e attento nei dettagli: i mischioni di suoni tribali, il groove, gli ipnotismi, l’r&b, pure le campionature di versi di animali sono tutte al loro posto, perfetti così. Quello che ne esce e che si ascolta è quel mescolone variopinto di pop ed elettronica che ultimamente suonano in tanti, e che ora anche i Glass Animals dimostrano di saper fare, e fare bene.
E come capita per i dischi belli di canzoni belle, “Zaba” suona molto ricco, così tanto che è difficile scegliere una canzone da consigliare sulle altre. I singoli di lancio “Pool” e “Gooey” sono ovviamente gli episodi più pop dell’album, ma anche “Intruux” e “Flip” si fanno apprezzare parecchio, ipnotiche e caleidoscopiche. Se poi qualche bravo producer arriva a metterci le mani, questi pezzi possono davvero diventare qualcosa di veramente ballabile: è già successo con “Gooey”, può benissimo capitare, e stiamo qui ad aspettare impazienti.
Ma ci basta anche quello che c’è ora, un disco che si può spiegare bene se si svela l’ispirazione originale: “Zaba” è una citazione nascosta di “The Zabajaba Jungle”, un libro semisconosciuto per bambini dell’illustratore William Stieg. Come il libro di disegni, anche “Zaba” dei Glass Animals è una giungla: una giungla rigogliosa di suoni, diversi, fusi tra di loro, mescolati, coloratissimi.
75/100
Enrico Stradi
24 giugno 2014