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Come ho ripetuto in passato, la (mia) classifica di fine anno non è una lista dei migliori dischi. Non mi sono mai piaciuti i vincitori perché, dannazione, ho sempre preferito i perdenti. E, quindi, non mi sembra il caso di trasformare la musica in una gara. La lista dei dieci dischi serve solo a ripercorrere, in maniera del tutto personale, questo anno musicale che giunge al termine. Nella top ten troverete dischi, che reputo belli e che hanno accompagnato il mio 2014: molto pop e qualche sfumatura di psichedelia e garage (poco).
Top 10 album:
1. Steve Gunn – Way out weather
2. Fumaca Preta – Fumaca Preta
3. Jim Noir – Finnish Line
4. Real Estate – Atlas
5. Timber Timbre – Hot Dreams
6. Hookworms – The Hum
7. Ty Segall – Manipulator
8. Ought – More than any other day
9. The 1#s – The Number Ones
10. Sharon Van Etten- Are we there
Altri dischi in ordine sparso:
Ryley Walker- All kinds of you
Balduin – All in a dream
D’Angelo – The Black messiah
David Kilgour and the Heavy Heights – End times undone
The Gloaming – The Gloaming
The Men – Tomorrow’s hits
Damien Jurado – Brothers and sisters of the eternal son
Budos Band- Burnt offering
The Notwist – Close to the glass
Morgan Delt – Morgan Delt
Parquet Courts – Sunbathing animal
Pink Mountaintops – Get back
The Moon – Mindwaves
Nude Beach – 77
Gazelle Twin – Unflesh
Cymbals eat guitars – Lose
Goat – Commune
Oldies but goldies:
Mark Fry – South Wind, Clear Sky
Cleaners from Venus – Return to Bohemia
Marianne Faithfull – Give my love to London
Robyn Hitchcock – The Man Upstairs
Top 10 Italiani:
Teho Teardo – Ballyturk
Movie Star Junkies – Evil Moods
Luca Sapio & The Dark Shadows – Everyday is gonna be the day
Guano Padano – Americana
The Soul Sailor and the Fuckers – Multicolour Brain!
Emma Tricca – Relic
Drink to me – Bright white light
The Vickers – Ghosts
Sulthan Bathery – Sulthan Bathery
Paolo Benvegnù – Earth Hotel
Menzione per:
Eugenio Finardi, 3 fingers guitar, Alessandro Cortini
Canzoni che mi porterò con me:
Timber Timbre – Hot Dreams
Hookworms – On Leaving
The Notwist – Casino
The Men – Pearly gates
King Tuff- Rainbow’s run
Parquet courts – Bodies made of
Useless eaters – Dungeon
Nude Beach – Used to it
Sturgill Simpson – It ain’t all light
Pink Mountaintops – Ambulance City
The Amazing Snakeheads – I’m a Vampire
Protomartyr – Ain’t So Simple
Vertical Scratchers – Wait no longer
Benjamin Booker – Have You Seen My Son?
Cymbals Eat Guitars- Place Names
Klaus Johann Grobe – KOthek
Da tenere d’occhio (rubrichetta di facebook):
Curtis Harding
Se hai talento da vendere, voce e chitarra bastano per dare anima all’atmosfera giusta. Curtis Harding, incarnazione rediviva del “soul power” (titolo non a caso del suo disco d’esordio), tira fuori tutto quello che ha dentro, si scava nel profondo. E butta all’esterno una visceralità immensa, forgiata da un timbro vocale speciale, che non capita di sentire spesso. Anzi quasi mai. Una voce fuori dal coro, che ha rinunciato l’offerta di una major discografica per accasarsi alla Burger Records.
The Babe Rainbow
The Babe Rainbow e l’ Australia si fa sempre più psichedelica.
Gusto retrò e pop, voce primaria e controcanti ottimi, e una soffice ventata psichedelica a corredare il tutto. Questi austrialiani promettono bene, sarà il caso di segnarsi il nome.
Real Numbers
Da Minneapolis Power Pop, Garage (pop) punk in un sol colpo. Con un gusto molto inglese, che a tratti ricorda i Television personalities.
Grass on the sun
Duo di Massa. Tra shoegaze, psichedelia e space rock. Che sa creare il “wall of sounds” giusto : vortici, distese inestricabili di fili sonori attorcigliati.
Useless eaters
Usare il nome “eater ” deve portare fortuna, ricordo solo band fighe: i giovanissimi Eater (punk nel ’77 inglese), i Flesh eaters (punk, blues, garage all’americana) e i Nervous Eaters (tra punk e power pop). Nel 2014 si aggiungono nuovi “mangiatori”, gli Useless Eaters, band di Memphis, che ci ricorda che il garage punk è la cosa più bella di questa terra, solo se fatta come Dio comanda.
I Fumaça Preta
I Fumaça Preta, nati inizialmente come progetto di studio del produttore e polistrumentista portoghese- venezuelano Alex Figueira, diventano poi qualcosa di più di un divertissement di un vagabondo molto free e freak. Il territorio di partenza è la psichedelia declinata in mille sfaccettature : funk, acid house, afro-beat. Ad accompagnare Figueira ci sono Stuart Carter e James Porch.
Tobias Jesso Jr.
Il 2015 si annuncia un anno ricco di sorprese, una delle tanti potrebbe essere “Goon”, album di debutto del songwriter canadese, che si preannuncia essere un piccolo gioiello di pop fuori sincrono.
together PANGEA
Trio garage-punk formatosi nel 2008 e cresciuto nella scena sud- californiana DIY, con all’attivo tre dischi, l’ultimo “Badillac” (2014), uscito per l’Harvest Records, etichetta londinese.
Sick shit, quattro minuti di garage – rock malato e disturbato, suona sporca e grezza, pur lasciando spazio a un’incosapevole vena pop, spazzata via dal finale caotico della canzone, in odor di apocalisse sonora.
Klaus Johann Grobe
Klaus Johann Grobe, gruppo svizzero (accasato presso la Trouble in mind), che per la capacità di spaziare da un genere all’altro ricorda (forse) gli Stereo Total. L’album di debutto degli svizzeri sintetizza immaginari (sonori), tra i più svariati, in pochi minuti: krautrock, funk (molto psichedelico) e (electro) dance.
The Amazing Snakeheads
Sono di Glasgow e il 19 novembre scorso hanno fatto da gruppo supporto ai connazionali Jesus & Mary Chain al Troxy di Londra. Non aspettatevi però una band shoegaze, rimarreste delusi. “Amphetamine Ballads” è una discesa agli inferi, quasi un vaffanculo sonoro al brit pop: le luci si spengono, tutto si fa oscuro e non c’è un cane in giro. Ed è proprio di notte che il trio scozzese vive: “I’m a vampire” recita la traccia d’apertura del disco di debutto.
Michael Rault
Polistrumentista, produttore ed arrangiatore canadese. Ancora non mi capacito di come possano essere passati inosservati il suo disco di debutto, “Ma-Me-O” (2010) e il successivo “Whirlpool” (2012). Nel 2015 è prevista l’uscita, per la Burger Records, del nuovo album, “Living Daylight”. Nel frattempo è stata pubblicata una cassetta, come ai vecchi tempi, contenente due canzoni: Still not sad e Nothing means nothing. Beh, che musica fa sto Rault? Le sue canzoni sono un jukebox, senza gettoni, sempre funzionante: psichedelia, pop, rock e r’n’b.
Still not sad sa di pop e psichedelia.
bandcamp: http://michaelrault.bandcamp.com/
The Smoking trees
Per chiunque ami la psichedelia, i Smoking Trees sono la terra promessa degli anni a venire. Al Rivera (L.A.AL), voce e chitarre e basso, e Martin Nunez (Sir Psych), multistrumentista e voce, in due, creano strati e sottostrati di tappeti sonori vorticosi e labirintici. Nel 2013 è uscito il loro primo ed ultimo album, “Acetates”.
Artisti rivelazione:
Balduin
Syd Barrett (ri)vive in questo artista svizzero trentaseienne
Ryley Walker
Eroi pop:
Martin Newell (ossia Cleaners from Venus)
Top 3 concerti:
Movie Star Junkies, Firenze, Tender, 19 dicembre
Andrea Chimenti, Prato, Ex Chiesa di S. Giovanni, 6 dicembre
Teho Teardo & Blixa Bargeld, Firenze, Audiotorium Flog, 21 marzo