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Dopo un esordio abbastanza convincente, a distanza di due anni i tamarrissimi California X ci riprovano, sfornando il loro secondo full lenght “Nights In The Dark”, senza però riuscire a centrare l’obiettivo.
Qualcuno si aspettava che il sound sarebbe potuto peggiorare dall’omonimo debutto del 2013? Io sinceramente no: le basi per piacere c’erano tutte, dai riff grezzi, agli adorabili momenti punk-metal per non parlare di quel manierismo tanto caro agli amanti del rock più chitarroso.
Certo, non che in “Nights In The Dark” manchino, ma se in “California X” erano i punti di forza su cui si muoveva la creatività dei quattro ragazzoni del Massachusetts, nel nuovo disco i nostri diventano la caricatura di loro stessi, non riuscendo mai a trovare un confine entro al quale muoversi all’interno dello stesso disco.
Infatti, facendosi strada tra le distorsioni e una giungla di assoli, si trovano episodi strumentali (l’acustica e malinconica “Ayla’s Song” e la più ambient “Garlic Road”), belli ma dentro al contesto quanto una gara di parmigiane al raduno della Lega; brani ultra fiacchi che sembrano usciti per caso dalla sala prove (come “Hadley, MA” che per qualche assurdo motivo è pure uscito come singolo, o la conclusiva “Summer Wall Pt. 2”), il tutto condito da una tamarraggine che nulla ha da invidiare agli anni Ottanta.
In mezzo a tutto questo però qualche pezzo si salva: l’iniziale e omonima “Nights In The Dark” (che al primo ascolto dà l’illusione che continui sulla stessa falsariga); la centrale “Blackrazor”che si divide in due parti, la prima più acida, la seconda più spinta e dominata dai ritmi heavy metal; e infine anche i due strumentali, che ci fanno respirare e anche apprezzare il talento dei California X.
Per ora il tentativo di uscire dal nido non è riuscito: il nuovo passo è dimenticarsi questo mezzo fiasco e ripartire dai buoni semi piantati con l’esordio.
55/100
(Matteo Mannocci)