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Partiamo da un dato di fatto: se i Movie Star Junkies fossero stati una band statunitense o inglese sarebbero stati già dai primi album nelle pagine della stampa specializzata più importante. “Evil Moods”, quarto disco della loro discografia è probabilmente il lavoro che meglio riesce a coniugare l’istintività espressiva del quintetto, tratto distintivo delle produzioni passate, con una ormai raggiunta e consolidata maturità stilistica.
“Evil Moods” è un album che prende le distanze dal precedente “Son of Dust”, resettando in parte quei ritmi più rilassati e meno d’impatto. Questo nuovo lavoro invece recupera l’irruenza stilistica degli esordi rapportata però a una maggiore maturità compositiva. In mezzo a “Son of Dust” ritroviamo chitarre dai riff urticanti, ballate che rimandano ai Bad Seeds (“Rising”) più abrasivi e molti riferimenti non solo musicali ma a volte anche letterari. Per esempio “Red harvest” ha nel titolo un chiaro riferimento a Dashiell Hammet. Più in generale l’intero disco appare pervaso da marcate atmosfere noir (“Three Time Lost” e “Jim Thompson”). Anche un brano più lineare come il singolo “A Lap Full of Hate” non si perde in sonorità banali ma appare curato nei minimi particolari.
L’energia espressiva dei primi Movie Star Junkies incontra in questo “Evil Moods” una consapevolezza e una maturità che regala un album che invade da subito l’ascoltatore con le sue melodie, i suoi riff e i suoi suoni abrasivi e polverosi.
77/100
Francesco Melis