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Il 27 giugno 2015 festeggeremo i nostri primi 15 anni all’Hana-Bi di Marina di Ravenna. Sarà la #Kalporz15 Night. Andiamo alla riscoperta di questi 15 anni: per ogni anno frasi significative di articoli kalporziani significativi. O, quantomeno, che ci piace ripercorrere.
…esempi sublimi dell’inesauribile ispirazione di questo burbero snob che da quasi 25 anni gioca con le nostre emozioni, sorprendendoci sempre. (Max Cavassa, 26.06.2000) – da PAUL WELLER, Heliocentric (Go! Discs / London, 2000)
Dove Elliott Smith riesce a colpire in profondità è nei brani più raccolti, in canzoni fragili come “Somebody I Used to Know”,”The easy way out” e “Everything reminds me of her”, nel piano desolato di “Everything means nothing to me”, quando mette a nudo se stesso, le proprie canzoni e i propri sogni. E’ qui la magia delle sue canzoni, come quando canta “Ho ancora tanta strada da percorrere” in “Better be quiet now” e si ha la netta impressione di vederlo su una strada, diretto verso un altro posto. (M & R, 26.06.2000) – ELLIOTT SMITH, Figure 8 (UNI/Dreamworks, 2000)
Storie di ragazzi, in cui le cose non vanno come dovrebbero andare, raccontate con grazia e ironia, come hanno già fatto in modo diverso Nick Drake e The Smiths (M & R, 21.07.2000) – BELLE & SEBASTIAN, Fold your hand child, you walk like a paeseant (Jeepster, 2000)
Bene, godiamoci dunque le piacevolezze provenienti da questi ottimi artigiani della Perfida Albione, in questo caso non poi così perfida… (Max Cavassa, 22.08.2000) – MORCHEEBA, Fragments Of Freedom (China Records Ltd., 2000)
Eminem è riuscito a rendere commerciabile e popolare un discorso acre e indigesto. (Fabrizio Roych, 12.08.2000) – EMINEM, The Marshall Mathers LP (Aftermath Ent. / Interscope Records, 2000)
“Kid A” lascia un’impressione di rarefazione ed aridità quasi visibile e toccabile con mano, un “soul desert” che pochi avrebbero avuto la forza di mettere in scena dopo un successo planetario come “Ok Computer”. “A” è un bambino che nasce senza passato e radici, in un clima da tragedia imminente. Forse la tragedia della modernità. (Max Cavassa, 25.09.2000) – RADIOHEAD, Kid A (EMI, 2000)
Che cosa vedo? Vedo qualcosa che non è ancora definito, un cerchio che, per fortuna, non quadra mai, un sogno grandioso ed ambizioso ora colorato di viola e rosso in varie tonalità, ora in bianco e nero. Provate tutti alzando il volume, chiudendo gli occhi e… guardando. Cosa vedete? (Ghiro, 17.10.2000) – MARLENE KUNTZ, Che cosa vedi (Sonica Factory, 2000)
Sono convinto che anche le mamme, tra ricordi e tradizioni, apprezzeranno. (Luca Rossi, 10.10.2000) – VINICIO CAPOSSELA, Canzoni a manovella (CGD, 2000)
Subito un consiglio spassionato: procuratevi con qualsiasi mezzo, anche con la forza, questo meraviglioso progetto degli islandesi Sigur Ros. Di fatto, si tratta di un vero e proprio poema sinfonico contemporaneo, un atto d’amore e di rispetto verso la loro terra, uno dei pochi angoli del mondo occidentalizzato ancora incontaminato. L’opera ha un magico fascino arcano, accentuato dalla scelta rigorosa di cantare nella loro lingua, mischiata per di più ad un vernacolo inventato dal gruppo. Chiaramente non si capisce nulla, ma ciò non ha alcuna importanza (Max Cavassa, 28.11.2000) – SIGUR ROS, Agaetis Byrjun (Pias Recordings, 2000)
La città è Atlanta, lo stile è il ‘dirty south’, i campioni sono gli Outkast. Non so chi sia il miglior rapper in circolazione, ma contro gli Outkast si gioca per il pareggio… (Fabrizio Roych, 23.11.2000) – OUTKAST, Stankonia (Arista, 2000)
Forse siamo riusciti a trovare l’unico elemento che possa accomunare la band dei Fratelli Tispaccolafaccia con gli ormai vecchi rivali Blur: un album live ufficiale a testa, una delusione ufficiale a testa. (Max Cavassa, 18.12.2000) – OASIS, Familiar To Millions (Sony Records, 2000)