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Eccoci di nuovo con la consueta rubrica finesettimanale su quello che è successo di bello brutto o terribile negli ultimi sette giorni. Ce n’è per tutti.
7. La casa di Ian Curtis diventerà un museo
Ne approfittiamo per lanciare una class-action contro le case museo dei musicisti. Una volta quando ero alle elementari sono andato in gita alla casa di Giuseppe Verdi ed è stata una delusione grande: mi aspettavo spartiti e strumenti musicali in ogni angolo e invece c’erano mobili vecchi e puzza di naftalina. Credo che nella casa di Ian Curtis le cose non cambino di molto.
6. John Frusciante senza pubblico
Sono lontani ormai i tempi del chitarrista capellone dei Red Hot Chili Peppers. Da anni ormai John Frusciante si dedica alla sperimentazione elettronica, dedicandosi ad un progetto solista di produzione di musica ambient. Una roba che chi l’ha ascoltata non ha potuto far altro che skippare dopo pochi secondi. La novità invece è che Frusciante in una recente intervista ha deciso di non produrre più musica per il pubblico, ma solo per sè. Soltanto così – dice – “senza badare a chi dovrei accontentare, potrò crescere e imparare”. Contento lui.
5. Thom Yorke ha composto una canzone lunga diciotto giorni
E per fortuna non ne uscirà nessuna versione su disco, mp3 o vinile. L’opera prolissa del frontman dei Radiohead è infatti appositamente studiata per una mostra dell’amico Stanley Donwood (che ha curato parecchi artwork della band di Yorke). Se vi va di ascoltare, o di perdere 18 giorni della vostra vita, o tutte e due le cose, dovete andare a Sidney: è lì che dal 6 giugno in poi si terrà la mostra.
4. Torna Bon Iver
Ce lo promette Justin Vernon, ovvero proprio lui, il titolare del progetto che anni fa scaldò inverni e autunni con due album meravigliosi, indimenticabili. Per ora, ribadiamo, è solo una promessa: speriamo che il taglialegna del Wisconsin in realtà non sia un marinaio. E a proposito di mare, ripeschiamoci questo gioiello nell’attesa di nuova musica.
3. Moby e i suoi troll creativi
Non servono spiegazioni ulteriori
If you want to criticize me, great. But writing ‘Moby: dick’ is kind of unimaginative.
— moby XⓋX (@thelittleidiot) 28 Maggio 2015
2. Raf, Joyce e l’ecologia
Gli eredi di Joyce e del suo stream of consciousness sono innumerevoli, alcuni poi riescono quasi a superare il maestro. Tra gli amanti del flusso di pensieri senza punteggiatura da oggi però possiamo anche citare Raf, che nel caso seguente ci racconta uno spaccato realista della società italiana e del suo personale spirito ecologico
1. Tame Impala come sempre il meglio
Esiste un video in 3D del nuovo singolo “‘Cause I’m a Man”, ed è di una bruttezza quasi inspiegabile. Forse la band australiana se n’è accorta troppo tardi ed è uscito lo stesso. Ma ha repentinamente deciso di rimediare all’errore, con questo nuovo video, della stessa canzone, in cui a cantare sono dei bambolotti di pezza creati ad immagine e somiglianza dei componenti. YOU WIN